A volte sembra che Venezia e la sua laguna siano troppo piccole per due imprenditori e personaggi pubblici come il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ed Enrico Marchi, presidente del Gruppo Save che gestisce il sistema aeroportuale triveneto con gli scali di Venezia, Treviso, Verona e Brescia. Così ciclicamente torna a riaffiorare la ruggine tra i due, che travolge anche la diplomazia imposta ai rispettivi ruoli.
I DUE FRONTI
Brugnaro, patron di Umana azienda leader nella somministrazione di lavoro interinale, ha liquidato la decisione di Ryanair con poche parole senza citare nessuno ma lasciando intendere che sia stato sollevato tanto rumore per nulla.
LE ACCUSE
Per Marchi, invece, è un vero dramma: «Brugnaro dimostra di non sapere di cosa parla, in ciascuna delle tesi che sostiene. Non è vero che il Marco Polo è un aeroporto contingentato, e non c'è nessuna compagnia che voglia venire a Venezia e che non possa farlo per mancanza di slot; se per caso ne conosce qualcuna ce lo faccia sapere...!». Il primo cittadino aveva, infatti, aggiunto che il Marco Polo «è un aeroporto contingentato, e so di tante compagnie che vogliono ancora venire a Venezia, penso agli asiatici, e qualche slot magari ce lo lasciano libero per qualcun altro». Il Gruppo Save è sicuro, invece, che gli slot lasciati da Ryanair «non saranno rimpiazzati da compagnie asiatiche, poiché sono ambiti di mercato del tutto incomparabili. Facciamo presente a Brugnaro che, rispetto ai collegamenti con l'Europa, l'Asia è un mercato in crisi e complessivamente sta perdendo il 65% del traffico rispetto al pre-covid (con la Russia a -81% e l'Australia a -52%). Il traffico domestico/europeo è l'unico segmento che è tornato ai livelli pre-pandemici, grazie a vettori come Ryanair». Luigi Brugnaro, però, ha ieri ripetuto quel che va dicendo da mesi e che è il motivo per cui il Comune ha introdotto la nuova tassa: «È una norma dello Stato che ce lo consente. La città di Venezia nel 2024 finirà i fondi della Legge speciale, e purtroppo non possiamo non applicare le tassazioni che ci vengono fornite come possibili. Se non lo facessimo non potremmo dimostrare che c'è il bisogno di rifinanziamento». Enrico Marchi, dal suo ufficio al Marco Polo affacciato sulla laguna, ribatte che «il sindaco tenta di mascherare la sua improvvida decisione di applicare una tassa di imbarco che ha il solo effetto di far fuggire il turismo di qualità», e conclude con l'ultima stilettata che è uno dei cavalli di battaglia delle opposizioni in Consiglio comunale quando accusano la Giunta di non saper gestire l'assedio dei turisti alla città: «Forse anziché dedicare tante energie a tassare i cittadini Veneti e a mettere in fuga i turisti che vogliono visitare la nostra Regione, dovrebbe finalmente dare concretezza a una razionale regolazione del turismo nella città più bella e delicata del mondo».
E.T.