Venezia. Confermata la tassa d'imbarco, Brugnaro: «Abbiamo fatto il nostro lavoro, la città deve difendersi dai costi del centro storico»

Venerdì 26 Maggio 2023 di Elisio Trevisan
Confermata tassa d'imbarco, Brugnaro: «Abbiamo fatto il nostro lavoro, la città deve difendersi dai costi del centro storico»

VENEZIA - «Crediamo di aver fatto semplicemente il nostro lavoro perché questa città deve difendersi per i costi enormi che ha il centro storico» ha commentato ieri a margine del Consiglio comunale il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: «Nel frattempo noi abbiamo dimostrato di avere il coraggio di attuare tutti gli orpelli che la legge ci consente, anche quelli fastidiosi, perché questo fa capire l'importanza del mettere in sicurezza la città per i prossimi 10 anni».

Sì alla tassa d'imbarco

Perciò il primo cittadino si è rivolto al nuovo Governo Meloni: «Bisogna che ci ascolti. Bisogna finanziare la Legge Speciale per Venezia.

Vedete poi quanto costa risolvere i problemi a valle (riferendosi all'alluvione in Emilia Romagna). La città di Venezia è ampia: non c'è solo il centro storico ma anche la laguna, il sistema idraulico e le fognature che non sono mai state fatte. Noi abbiamo finanziato un primo pezzo, piccolo. Ma c'è molto di più da fare, e abbiamo grandi progetti necessari per la città».

Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore al Bilancio, Michele Zuin, secondo il quale «non possiamo andare dal Governo a chiedere delle cose per Venezia, tipo il rifinanziamento della Legge Speciale, se prima non dimostriamo di saper cogliere e usare le opportunità che lo Stato ci dà, come appunto la tassa d'imbarco». Sui rapporti con Save, Zuin ha rimarcato che «l'aeroporto è una risorsa importante per il nostro territorio, non abbiamo nulla contro Save e speriamo che non facciano appello e che possiamo tornare a collaborare. Noi lavoriamo per la città, e il presidente di Save, Enrico Marchi, lavora per la città, ci si è trovati in contrasto su una cosa ma ciò non vuol dire che ci debbano essere le guerre puniche tra di noi». Dal punto di vista tecnico, il Tar ha stabilito che il Comune, se vuole, può pretendere l'applicazione della tassa d'imbarco di 2,50 euro a passeggero anche retroattivamente partendo, cioè, dal primo aprile scorso. L'assessore al Bilancio, però, ha annunciato che sui tempi il Comune è aperto e pronto a collaborare con Save: «Non sono i due mesi che ci cambiano la qualità della vita, e non abbiamo nemmeno intenzione di chiedere risarcimenti. Per quanto riguarda l'avvio della riscossione, se a Save servono un mese o due in più per organizzarsi operativamente noi siamo disponibili».

Il Gruppo Save si è detto, invece, molto sorpreso della decisione del Tar: «Una tassa che presenta molti profili di illegittimità formali e sostanziali, in primis perché il Comune di Venezia non si trova in uno stato di squilibrio di bilancio, anzi è lo stesso Comune che ha dichiarato che dal 2019 in avanti il bilancio comunale non ha più registrato disavanzo». Il gestore dell'aeroporto Marco Polo ribadisce la sua posizione, che ha presentato anche al Tar, secondo la quale il Comune avrebbe potuto scegliere un'altra tassa, tipo l'Irpef, invece che pesare su passeggeri e compagnie «che non portano alcuna responsabilità per i conti del Comune di Venezia. Mentre la solidità e lo sviluppo del traffico dell'aeroporto costituiscono leve fondamentali per la mobilità, l'occupazione e l'economia del territorio». Save si augura che non si verifichino le conseguenze paventate, in particolare da alcune compagnie aeree, di una riduzione della loro attività su Venezia a causa del nuovo balzello. E infine una stilettata direttamente all'Amministrazione Brugnaro: «Potrebbe ricavare una cifra pressoché equivalente a quella della nuova addizionale semplicemente applicando il regolamento Ztc del 2019 (Zona a traffico controllato). Save ha infatti investito circa 3 milioni di euro per la realizzazione di una rete di telecamere di fatto mai attivate dal Comune, che contribuirebbero anche a risolvere l'annoso problema delle soste irregolari in aeroporto».

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