Si riduce l'affitto per la crisi: paga solo la metà. Il giudice annulla lo sfratto

Mercoledì 5 Maggio 2021 di Gianluca Amadori
Si riduce l'affitto per la crisi. Il giudice annulla lo sfratto
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VENEZIA - Dal marzo dello scorso anno, a causa del crollo degli incassi dovuto alla pandemia, si è autoridotto il canone di locazione, ma tale decisione non giustifica la richiesta di sfratto in quanto la situazione di morosità «più che ad una reale volontà di non adempiere è dovuta all'effettiva contingenza derivante dall'emergenza sanitaria e dalla connessa normativa restrittiva». Lo scrive il Tribunale civile di Venezia nel provvedimento con cui ha rigettato la richiesta di emissione di ordinanza di rilascio di un negozio di alimentari nel sestiere di San Marco formulata dalla proprietà dell'immobile, Istituzione Veneziana. Accogliendo l'opposizione presentata dal legale dell'esercente, l'avvocato Jacopo Molina, la giudice Sabina Rubini scrive in particolare che, per quanto riguarda il periodo compreso tra marzo e maggio del 2020, nel quale l'attività commerciale è stata chiusa a causa del lockdown, sia da rideterminare il canone di locazione, concordando una riduzione in contraddittorio tra le parti.

Cosa che potrà avvenire nella prosecuzione della causa che prevede nelle prossime settimane una procedura di mediazione obbligatoria. Nel caso in cui la mediazione dovesse fallire, la prossima udienza è stata fissata per il prossimo 26 ottobre.


TURISMO CROLLATO
Il contratto di locazione oggetto del contenzioso giudiziario risale al 2013 e riguarda un'attività di commercio al dettaglio di generi alimentari confezionati rivolti principalmente ai turisti; attività che ha subito un vero e proprio crollo a seguito dell'emergenza Covid, con ricavi annui calati del 65 per cento. Il titolare dell'attività ha manifestato l'intenzione di proseguire nel contratto ma, non riuscendo a far fronte al pagamento di un canone mensile di poco più di 4mila euro, ha deciso di versare soltanto metà della somma, maturando tra aprile e novembre 2020 un debito di poco meno di 13mila euro.


SFRATTO PER MOROSITÀ
Istituzione Veneziana, presieduta da Luca Segalin, assistito dagli avvocati Rossana Basile e Giovanni Maria Pastega, ha reagito intimando lo sfratto per morosità, sostenendo che, in qualità di ente pubblico, non ha la possibilità di concedere alcuna riduzione del canone senza finire nel mirino della Corte dei conti.
La difesa dell'esercente ha ricordato, a sua volta, che l'articolo 21 del Decreto Legge 76/2020 (convertito nella legge 120/2020) ha introdotto una sorta di scudo erariale transitorio che, fino al prossimo 31 dicembre, limita la responsabilità ai soli casi in cui la produzione del danno sia dolosamente voluta. E dunque una riduzione del canone sarebbe possibile, tanto più ora, alla luce del provvedimento del giudice. La decisione del Tribunale a favore del commerciante di prodotti alimentari ha avuto più di un precedente lo scorso anno: in alcuni casi è stata negata a proprietari di immobili la possibilità di escutere le previste garanzie fidejussorie a fronte del mancato pagamento del canone durante i mesi del lockdown. E lo scorso febbraio lo sfratto intimato ad una tabaccheria è stato bloccato in quanto, anche in quel caso, il mancato pagamento integrale del canone è stato ritenuto una conseguenza della pandemia.

Ultimo aggiornamento: 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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