Venezia. La Regata Storica sessista: più bassi i premi alle donne

Venerdì 23 Luglio 2021 di Michele Fullin
Venezia. La Regata Storica sessista: più bassi i premi alle donne
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VENEZIA - La parità di genere è un traguardo che, almeno in Italia, è ancora lontano. Persino nello sport, persino quando basterebbe uno sforzo irrisorio per raggiungere una parità almeno sulla carta. L'altra sera, il Consiglio comunale di Venezia, o meglio la maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Luigi Brugnaro, ha respinto un emendamento del Pd con cui si chiedeva di impegnare 7.300 euro per portare allo stesso livello i premi tra uomini e donne nella celebre Regata Storica, evento che si svolge la prima domenica di settembre e che è sempre ripresa in diretta dalla Rai.

D'accordo, la regata dei gondolini (uomini) è da sempre ritenuta il clou della manifestazione e chi arriva a regatare in Canal Grande lo fa dopo aver superato una selezione durissima. Così è però anche per le donne, che spesso tra l'altro devono destreggiarsi anche con i figli piccoli tra un allenamento e l'altro.


TEMA ANNOSO

Non è la prima volta che questo tema balza all'attenzione dell'organo politico comunale. Se ne parla da anni, se non da decenni, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di intaccare questa prassi. Nonostante le donne siano andate nello spazio 58 anni fa, nonostante siano capi di Stato e di Governo e, restando al Veneto, siano ai vertici delle prestigiose Università di Padova e di Venezia, passi in avanti non se ne fanno soprattutto dove alberga la tradizione.
Quando finalmente sembrava tutto fatto (dai banchi della maggioranza erano arrivati in precedenza segnali di apertura), il consigliere delegato del sindaco alla Tutela delle tradizioni, Giovanni Giusto, ha sbottato. Nessuno si sarebbe posto il problema, in una manovra da 330 milioni (milioni, non migliaia) di euro, eppure c'è stata battaglia e frasi forti. Il consigliere in tarda serata ha bollato la proposta del Pd come infame: «Qui si parla di cose che non si conoscono, il Consiglio comunale non può intervenire sulle modalità di spartizione del montepremi, che è di competenza dell'associazione regatanti. Il Comune di conseguenza può solo fissare il montepremi».

Nessuno in consiglio ha capito il motivo di tanta veemenza da parte del consigliere che ha sempre difeso con i denti la voga alla veneta. Al che, è arrivato il parere negativo della Giunta, forse per evitare di aprire il vaso di Pandora (e di sconfessare un suo esponente) e la maggioranza si è rimessa in riga votando contro. Donne comprese. Solo un consigliere di maggioranza, Nicola Gervasutti, che già si era espresso a favore fin dall'inizio, ha mantenuto coerentemente la sua linea. «Purtroppo anche la Regata Storica è lo specchio della realtà italiana, dove a parità di qualifica e preparazione le donne hanno retribuzioni inferiori - è stato il commento di Monica Sambo, la consigliera dem che aveva presentato la proposta -. Sono ormai quasi 70 anni (dal 1953) che le donne gareggiano in Canal Grande accanto agli uomini, deve finire questa discriminazione e proprio la Regata Storica potrebbe essere un evento per lanciare un messaggio positivo e diverso».

Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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