Rc auto, a Venezia il record degli aumenti: oltre il 30 per cento in più in un anno

Sabato 24 Febbraio 2024 di Alvise Sperandio
VENEZIA Le auto danneggiate dalla grandine, non sempre coperte dall'assicurazione

VENEZIA - Cara assicurazione, quanto mi costi. Tanto, sempre di più. Non è un mistero che tra le voci di spesa che più incidono sui bilanci delle famiglie ci sono le RC auto, obbligatorie per guidare un’automobile. Centinaia di euro di premio per la polizza, che di anno in anno aumentano e si fanno sentire sul portafoglio delle persone già messo sotto pressione dall’aumento del costo della vita. Secondo l’Osservatorio di Facile.it, Venezia è la provincia più cara del Veneto.

Il costo medio registrato a dicembre 2023 per la RC auto è di 536,18 euro, una quarantina di euro in più rispetto ai 498,90 calcolati come media regionale. Ma al di là del numero assoluto, a balzare agli occhi è la differenza percentuale: in provincia l’assicurazione è cresciuta del 34,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, che in altre parole vuol dire un terzo in più di quanto si era pagato 12 mesi prima per avere la copertura. 


LA CLASSIFICA 


Facile.it ha anche analizzato la situazione per comuni, prendendone in considerazione una ventina in provincia: ebbene, la crescita strong c’è un po’ dappertutto, con i primi cinque posti ricoperti da Cavarzere (+87%), Eraclea (+72%), Ceggia (+67%), Fossalta di Portogruaro (+64%), Marcon (+54%). Mica bruscolini, come si può capire. Un tema, questo degli aumenti delle polizze, che viene messo sotto la lente d’ingrandimento anche dagli amministratori pubblici, come nel caso dell’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto, che ci ha dedicato un post sui social: «Ho ricevuto l’avviso per il rinnovo annuale della polizza, mai fatto un incidente ma l’aumento è del 40% - scrive - La giustificazione dell’assicurazione è che c’è stato il caro inflazione, ma è stato al 10%, e che sono aumentati i costi dei mezzi di ricambio arrivati fino al 40%: “fino al” non significa “tutti” e, comunque, un aumento generalizzato del 40% anche a coloro che non hanno mai fatto un incidente non si sostiene di certo con una giustificazione del genere, anche perché per coloro che fanno incidenti la maggiorazione è sicuramente più elevata».


LO STRATAGEMMA


Zaccariotto ricorda di aver visto a Napoli, un paio di mesi fa, decine di auto e addirittura motorini targati Polonia: «La ragione? I costi esorbitanti delle assicurazioni, anche 1.500 euro all’anno». E poi entra nel merito: «O tutto ciò che è obbligatorio viene tarato per evitare abusi da parte di chi è il contraente forte o è inevitabile che diventi una sorta di licenza di spennare chi è costretto a sottostare all’obbligo, immotivatamente e senza alcun ritegno per realizzare utili sempre più grandi. Inevitabile che per sopravvivere i cittadini, alla lunga, cerchino si sottrarsi a queste gabelle con stratagemmi come a Napoli oppure non pagando più l’assicurazione e nemmeno la revisione dell’auto». Col rischio, facilmente immaginabile, che all’aumento della polizza corrisponda l’aumento dei mezzi in circolazione senza copertura, per cui in caso di incidente, vittime e malcapitati resterebbero senza risarcimento dei danni. Del caro assicurazioni si stanno interessando anche le associazioni dei consumatori che ricevono sempre più segnalazioni e proteste, come rilevano da Adico, ma anche dal Codacons. «Ci sono premi raddoppiati senza alcuna giustificazione mentre l’inflazione morde, stipendi e pensioni sono rimasti sempre gli stessi – afferma il presidente di Adico Carlo Garofolini – Succede anche che le franchigie siano cresciute e siano stati introdotti limiti ai ristori sempre maggiori, per cui tra una cosa e l’altro alla fine il cliente resta fregato. La verità è che le compagnie ne trovano sempre una e alla fine l’automobilista è strozzato, costretto ad andare dall’avvocato e stressato». A incidere sempre di più sono anche le coperture per gli eventi atmosferici straordinari, tipo le grandinate della scorsa estate. «Di fronte a queste situazioni, gli automobilisti cercano di tutelarsi, spendono di più per l’assicurazione ma poi non è detto che riescano a essere risarciti: purtroppo spesso e volentieri viene trovato il cavillo per non riconoscere quanto spetterebbe. Nel caso specifico, a qualcuno è stato risposto che se c’è lo stato di calamità bisogna rivolgersi al ministero. Diventa un ginepraio da cui è difficile uscire, ma bisogna stare attenti perché nascono problemi – sottolinea Garofolini – Non può essere che ci siano mille domande, condizioni e clausole, poi la gente si arrabbia e magari non paga più. E anche questo è sbagliato».

Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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