Fingono di rapirle la bambina per rubarle la borsa, ladre in azione a Santa Margherita

Giovedì 29 Giugno 2023 di Nicola Munaro
VENEZIA Campo Santa Margherita, teatro della disavventura

VENEZIA - «Cosa fai, non prendere la mia bambina». Campo Santa Margherita, ieri mattina poco prima di mezzogiorno.

Sono le coordinate di un racconto da paura che ha fatto parlare tutta Venezia.


La cronaca

Una mamma, una professionista che vive a Venezia, stava rientrando a casa attraversando campo Santa Margherita. Al suo fianco, la figlia di nemmeno 2 anni. «Con alle spalle la chiesa dei Carmini stavo andando verso l’edicola - racconta la donna, che chiede di mantenere l’anonimato - Non c’era nessuno e a un certo punto ho visto venire verso di me una donna, avrà avuto sui trent’anni, un volto che avevo già visto in qualche fotografia. Lei si avvicina alla bambina, che era qualche metro avanti a me e si china come per prenderla in braccio. A quel punto grido di lasciarla stare, getto la borsa a terra e corro verso mia figlia». Quel tentativo di rapimento è, in realtà, solo il primo tempo di una tecnica che le borseggiatrici stanno mettendo a regime. Perché non appena la mamma abbandona la borsa, alle sue spalle spunta un’altra donna che punta lo zaino. «Sono riuscita a recuperare anche la mia borsa - continua la mamma, che poi ha raccontato la sua esperienza in un gruppo di residenti attivi nel controllo del vicinato - e le due donne si sono dileguate. Ho chiamato la polizia e si sono presi nota di quanto accaduto, ma mi hanno spiegato che non si poteva fare nulla né per il tentativo di rapimento né per il tentativo di borseggio. Non penso - conclude, una volta digerito lo spavento - che volessero rapire mia figlia, ma che volessero creare un diversivo per rubare la borsa, quello sì».


La piaga

Un episodio che ha avuto come effetto quello di spingere ancora una volta i veneziani a chiedere una stretta sulla piaga dei borseggi. Secondo le ultime indagini a Venezia sarebbe in azione una banda organizzata in arrivo dalla Lombardia e che agisce seguendo strategie consolidate e con un modo di vestire quasi sempre identico. Agiscono in gruppi di due o tre persone, individuano la vittima e la seguono da distante fino a quando non decidono di entrare in azione, spesso sfruttando le code agli imbarcaderi o gli intasamenti nelle calli più frequentate. È lì che uno dei due, mettendosi lo zaino davanti, si avvicina alla vittima e la borseggia: poi il portafoglio passa di mano fino al complice, che sparisce nella folla.
Nell’ultima settimana le forze dell’ordine - che stanno intensificando i controlli anche in borghese nelle zone nevralgiche di Venezia - hanno arrestato cinque tra borseggiatori e borseggiatrici mentre stavano mettendo a segno dei colpi. Portati in tribunale, il giudice ha disposto dei fogli di via dal Veneto, ma l’aver recuperato il portafoglio, ha spinto le vittime a non fare denuncia. I processi che seguiranno, finiranno in un nulla.

Le contromosse

Ecco allora che chi può inizia a organizzarsi con le proprie forze. Per proteggere se stessi e i propri clienti durante i tour, le guide turistiche hanno ideato una chat in cui si passano le informazioni sui luoghi dove è meglio evitare di passare per evitare brutte sorprese. Altro argine al fenomeno è l’azione di disturbo portata avanti dai Cittadini non distratti, un’associazione che da trent’anni si occupa proprio di questo. Ogni giorno, davanti alla stazione e negli imbarcaderi Actv c’è qualcuno che grida “Attenzione borseggiatori! Danger pickpockets!”. E funziona, perché al semplice avvertimento, le bande se ne vanno. E adesso l’apertura del canale Tik Tok nei quali mostrare i video delle bande di borseggiatrici e anche degli scatolettisti.
 

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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