Progetto della torre di Viale San Marco, l'ira di don Natalino: «Basta, ora parlo io»

Venerdì 16 Giugno 2023 di Fulvio Fenzo
MESTRE Don Natalino Bonazza, parroco di San Giuseppe a Mestre

MESTRE - L’ultima goccia (più di una goccia) è la gente che lo ferma per strada per domandargli se è vero che “è stato lui a decidere di fare un unico grande piazzale che, dalla gradinata della chiesa, arriva all’altro lato di viale San Marco”, praticamente fino ai piedi della torre che dovrebbe sorgere al posto dell’ex campo da calcio. In tanti glielo chiedono: dall’anziana che porta a spasso il cane ai fedeli che, pur stupefatti per le accuse, hanno sentito dire che lui sarebbe quasi “in prima linea” a sostegno di quella torre nel cuore del Villaggio San Marco, “pur di ottenere il rifacimento e l’ampliamento del sagrato della chiesa”.

E la pazienza ha un limite, anche per un parroco come don Natalino Bonazza.


DURO INTERVENTO
«Non mi era mai successo di passare per un prete immobiliarista...» scherza (ma mica poi così tanto) il sacerdote della chiesa di San Giuseppe. Le voci - che, rimbalzando da una parte all’altra, sono diventate delle vere e proprie accuse - si rincorrono da mesi, e don Natalino ha deciso di metterle a tacere con un intervento nel foglietto parrocchiale “Comunità e Servizio” di domenica prossima: «Mi sembra di tornare al febbraio 2019 - scrive il sacerdote -, quando su questo foglio dovetti dichiarare l’infondatezza di alcune voci del Viale, secondo le quali stavo comprando le case (non ancora finite) di via Sansovino. Ma se quelle erano chiacchiere da ridere, adesso le cose si fanno serie». Stavolta, infatti, c’è la petizione e il ricorso al Tar annunciato dal Comitato di Villaggio San Marco per bloccare la realizzazione della torre, e ci sarebbero attivisti che, pur di raccogliere qualche sostegno in più, vanno in giro a dire che sarebbe il parroco di San Giuseppe a sostenere il progetto. Solo voci? Macché, perché queste accuse sono state messe a verbale anche in Municipalità Mestre Carpenedo, con l’intervento della consigliera del Pd Ilenia Martin (postato anche su Facebook) che ha detto, papale papale: «Quante bugie abbiamo dovuto leggere sulla carta stampata, quante bugie dette dal parroco pur di farsi sistemare il sagrato a spese di noi contribuenti».


FINITO NEL MEZZO
«E allora prendete nota - riprende don Natalino -. Ricordo a tutti che non ho nessun titolo di proprietà sui terreni: dell’attuale sagrato, che è pertinenza del luogo di culto, sono solo amministratore; il pezzo di terreno al di là di viale San Marco è del Comune». Comune che, in questi mesi, ci ha comunque giocato un po’ sopra, visto che nel comunicato nel quale si annunciava l’approvazione del progetto, si precisava che “grazie al contributo straordinario del privato di oltre 500mila euro, sarà riqualificato il sagrato della Chiesa di San Giuseppe, ampliando tale spazio urbano con la bonifica e il recupero dell’area verde pubblica antistante situata sul lato opposto della strada”.
In un clima già rovente, bastano queste parole per innescare altre polemiche, mettendo nel mezzo proprio don Natalino. «Con il comitato mi sono apertamente lamentato quando, nel 2021, hanno fatto il loro primo comizio davanti alla porta della chiesa - spiega il sacerdote di viale San Marco -. Come parroco ho semplicemente scelto di non schierarmi su questa questione perché penso che sia giusto lasciare che tutte le opinioni convivano. Ciò che è triste è che quello che doveva essere un percorso partecipativo è diventato terreno di scontro, con il risultato finale del sospetto generalizzato, ai limiti della decenza e del rispetto della persona».


«PROPAGANDA INDECENTE»
Insomma, non ci sarà nessun ampliamento del sagrato, perché lo spazio sull’altro lato del Viale sarà solo una piazza del Comune. «Al massimo, ma anche qui come amministratore della parrocchia dovrò chiedere il permesso in Diocesi, il sagrato verrà armonizzato con il nuovo spazio, come del resto è stato fatto anche in altre parrocchie - ricorda don Natalino -. I consiglieri comunali edi municipalità hanno qualche dubbio? Chiedano alla Giunta e ai dirigenti del Comune di chiarire la situazione, invece di fare una propaganda indecente». E, nel suo “editoriale” il sacerdote conclude così: “Don Natalino, dovendo continuare a svolgere il suo ministero e grazie all’esperienza già maturata in quel di Venezia, ha deciso di filare via dritto di fronte ad ogni miserevole tentativo di diffamazione”.
 

Ultimo aggiornamento: 07:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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