La prima Lira era veneziana. Il soldo della Repubblica aveva più argento e divenne uno dei più pregiati d'Europa

Mercoledì 19 Ottobre 2022 di Alessandro Marzo Magno
La prima Lira era veneziana. Il soldo della Repubblica aveva più argento e divenne uno dei più pregiati d'Europa

La lira per i lunghi secoli della sua esistenza è stata quasi sempre una moneta fantasma, cioè non esisteva realmente, era piuttosto un'unità di conto (lo spiega Carlo M Cipolla nel suo magistrale Le avventure della lira). Ci sono state soltanto due occasioni nelle quali la lira si è materializzata e si poteva tenere in mano nonché spendere una moneta da una lira. La prima di queste due evenienze si è verificata a Venezia nel 1472, quando fu coniata la cosiddetta lira Tron, la seconda durante gli anni successivi all'unità d'Italia quando si poteva utilizzare una moneta del valore di una lira.

Chiunque ricordi il mondo monetario pre euro sa bene che la moneta da una lira non circolava più, che con il trascorrere degli anni la moneta con il valore nominale più basso era passata dalle 5, alle 10, alle 50 lire (le 20 lire si sono sempre usate poco, come tutta la monetazione in base due, vedi le 20 mila lire). La lira Tron compie 550 anni, e viene celebrata nel luogo dove probabilmente era stata coniata: la Zecca (l'edificio sansoviniano, oggi sede della biblioteca Marciana, è tuttavia successivo). Oggi alle 15, nelle sale monumentali della Marciana, sarà coniata una copia esatta, in argento, della lira Tron, l'accesso è libero fino all'esaurimento dei 99 posti a disposizione. Il conio avverrà utilizzando gli antichi bilancieri monetari che ancora si trovano nel luogo per cui erano stato concepiti.


BATTERE MONETA
Quelli attuali sono settecenteschi, nel Quattrocento la moneta si batteva, ovvero si poneva una pallina d'argento (o d'oro, o di rame) sotto un punzone sul quale venivano battute una o più martellate, e proprio da questo deriva il termine battere moneta. L'utilizzo del bilanciere è successivo e, ovviamente, permetteva di aumentare e standardizzare la produzione. I bilancieri conservati alla Marciana sono talmente pesanti e ingombranti che nessuno ha pensato di portarli via o distruggerli all'indomani della chiusura e del saccheggio della Zecca, dopo la caduta della repubblica, il 12 maggio 1797. La lira Tron, che prende il nome dal doge Nicolò Tron, pesava 6,5 grammi d'argento (quindi una bella moneta pesante, il grosso che fino all'anno precedente era la principale moneta argentea, pesava solo 1,9 grammi) e il titolo dell'intrinseco (ovvero del fino metallo prezioso contenuto) è 0,94 cioè argento quasi puro. Si ispirava a una moneta francese, ma aumentandone sostanzialmente il contenuto d'argento e diventando così la moneta di maggior valore in Europa; un paio d'anni più tardi anche Milano ha emesso una moneta simile. La coniazione della lira veneziana cessò un secolo dopo, era stata suddivisa in 10 gazzette e questo nome sarebbe in seguito transitato alle testate giornalistiche che si vendevano al prezzo di una gazzetta. Su eBay ci sono in vendita due esemplari di lira Tron: uno a 420, l'altro a 1.200 euro; il prezzo varia in base allo stato di conservazione.


UNITÀ DI PESO
Lira in origine era un'unità di peso, cioè la libbra già in uso presso i romani. Attorno al 790 Carlo Magno riprese la coniazione argentea, chiamò la nuova moneta denaro, per richiamarsi al denaro dell'antica Roma, e con una libbra di argento (409 grammi) si coniavano 240 denari. Per comodità, anziché dire 240 denari, si diceva una libbra, poi lira. Da quel momento la lira cominciò a essere anche un'unità di conto, oltre che un'unità di peso. Se ci si pensa, molte delle monete utilizzate oggi, e ancor più prima dell'entrata in vigore dell'euro, il 1° gennaio 2002, hanno nomi che richiamano un peso: la spagnola peseta, per esempio, ma anche il marco in Germania rappresentava un peso. In Francia prima della riforma rivoluzionaria e dell'entrata in vigore del franco, circolava la lira lira tornese, per la precisione mentra il nome inglese della sterlina è pound, evidentemente pure questo si riferisce a un peso. Il denaro carolingio venne coniato anche nell'Italia settentrionale, in particolare nelle zecche di Pavia, capitale del regno d'Italia, e di Verona. Con il passare del tempo il valore del denaro si disallineò perché i governi locali cominciarono a inflazionarlo, ovvero a diminuirne l'intrinseco, fino a farlo scomparire del tutto. Il denaro divenne una moneta di solo rame, con un valore sempre calante, tanto che non poteva essere utilizzato per il commercio internazionale. A Venezia nel 1192 il doge Enrico Dandolo diede il via alla coniazione del grosso, incrementata in seguito grazie all'argento portato dai cavalieri in attesa di imbarcarsi, nel 1202, per la quarta crociata. Fino all'avvento del ducato d'oro (1284) il grosso, detto grosso matapan, costitutì il principale strumento monetario del commercio veneziano. Il ducato, 3,5 grammi d'oro, da metà Cinquecento si cominciò a chiamare zecchino, il titolo aureo era così puro, e mai svilito fino alla caduta della repubblica, che ancora oggi usiamo la parola zecchino per definire l'oro puro.


CONIAZIONE ARGENTEA
Torniamo alla coniazione argentea: siccome il denaro era stato svalutato nel corso del tempo, a Milano alla fine del XII secolo, viene coniato il soldo. Il nome già esisteva, ma era pure questa un'unità di conto: corrispondeva a 12 denari. Quindi una lira era suddivisa in 12 soldi e 240 denari. Questo rapporto 1/12/240 è rimasto in vigore nell'Europa continentale fino all'età napoleonica, quando è stato introdotto il sistema metrico decimale, e nel Regno unito fino al 1971. A noi sembra astruso pensare ai prezzi espressi con tre numeri, ma gli inglesi lo trovavano assolutamente normale e riuscivano a calcolare i prezzi senza alcuna difficoltà. Il fatto che ogni città avesse le proprie monete (anche all'interno della Serenissima venivano coniate monete differenti) e che il contenuto di intrinseco variasse da un luogo all'altro, rendeva necessario l'intervento dei cambiavalute. Questi conoscevano il rapporto tra una moneta e l'altra e quindi le cambiavano nella divisa locale. A Venezia i banchi di credito erano concentrati a Rialto, ma i cambiavalute si trovavano a San Marco poiché la piazza era il principale polo d'attrazione dei visitatori. Alla vigilia della fine dello stato veneziano nella Dominante circolavano decine e decine di monete diverse, una giungla nella quale era difficilissimo orientarsi. Con le successive dominazioni francese e austriaca la situazione è migliorata, ma in ogni caso era possibile la circolazione di monete diverse perché il loro valore era determinato dalla quantità di argento che contenevano. La lira Tron del 1472 era stato un tentativo di mettere ordine nel caos monetario, ma bisognerà aspettare l'avvento delle banconote perché si stabilizzi una circolazione unitaria all'interno dei singoli stati.

Ultimo aggiornamento: 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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