Prigionieri in cabina, la crociera di una coppia si trasforma in un incubo

Martedì 17 Marzo 2020 di Davide Tamiello
Prigionieri in cabina, la crociera di una coppia si trasforma in un incubo
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VENEZIA - Prigionieri in crociera senza sapere come, quando e dove sbarcheranno. La vacanza di un gruppo di veneziani e mestrini, a bordo della Costa Luminosa, si è trasformata in un incubo: “quarantena” in cabina, pasti consegnati davanti alla porta, divieto tassativo di uscire. «Siamo reclusi come in carcere, abbiamo chiesto del vino, visto che abbiamo l’all inclusive, e ci è stato risposto che ora si distribuisce solo acqua, ci viene dato un pasto senza poter scegliere da un menù, e quel che è peggio non sappiamo quando finirà», commentano M. e E., coppia mestrina di 66 e 65 anni. Questo fino a ieri sera, quando la società ha comunicato che gli italiani verranno fatti sbarcare a Savona e poi trasferiti in pullman verso le loro destinazioni. 

I due, insieme a un’altra compagnia di veneziani, si erano imbarcati il 24 febbraio a Miami per una crociera transoceanica di un mese: dalla costa Est degli Stati Uniti alle Antille, per poi attraversare l’Atlantico e toccare le Canarie, navigare tutto il Mediterraneo per poi terminare il viaggio a Venezia. «Quando siamo partiti - raccontano - l’emergenza coronavirus era all’inizio. Ho chiamato Costa chiedendo se fosse sicuro o se dovessimo annullare la vacanza, ci hanno garantito che non ci sarebbero stati problemi. Quando ci siamo imbarcati ci hanno misurato la febbre, e poi siamo partiti». 

Primo problema, però, alle Bahamas. «Lo stato non voleva che scendessero gli italiani, quindi siamo rimasti a bordo». Alle isole Cayman, però, il 29 febbraio, un uomo viene fatto sbarcare in barella per un attacco di cuore. Si tratta di Albo Imbrosi, 69 anni, ex comandante della polizia stradale di Mirandola (Modena). Viene trovato positivo al coronavirus e sabato 14 marzo, alle 4.40, muore in ospedale. «A noi però non è stato detto nulla per giorni - continua la coppia - e nel frattempo l’animazione è continuata, il casinò era aperto. Solo in un secondo momento sono state ridotte le attività». L’8 marzo, a San Juan de Portorico la nave sbarca una signora della zona di Novara, accompagnata dal marito. Entrambi positivi.

«Costa crociere ha appreso della positività del primo caso ufficialmente solo il 13 marzo, dei secondi il 14», spiega la società in una nota. Da quel momento è partito il piano: tutti in quarantena, in attesa di un porto in cui sbarcare. A Tenerife, la nave ha potuto solo fare rifornimento: la Spagna, infatti, non lascia scendere nessuno. La crociera è ripartita per Marsiglia, l’arrivo è previsto per giovedì. Ieri sera è stato comunicato ai passeggeri che gli italiani sbarcheranno venerdì a Savona. Il gruppo di mestrini e veneziani decisamente non ha apprezzato la gestione dell’emergenza a bordo: «Come è possibile che in una situazione del genere non ci sia stato detto nulla per giorni? Che si sia continuato a mantenere le attività con il sospetto che ci fossero stati degli episodi di contagio a bordo?» Costa ha assicurato ai crocieristi che verrà rimborsato loro l’intera vacanza. 

«Prima ancora di avere conferme dei test - aggiunge la società - la nave ha comunque attivato un protocollo sanitario speciale, che prevedeva aumento della sanificazione, isolamento delle persone venute a contatto con i casi sospetti e, successivamente, anche cancellazione di tutte le attività che prevedevano assembramento di persone o non consentivano di rispettare la distanza di sicurezza. A seguito della conferma dei casi positivi questo protocollo è stato ulteriormente rafforzato. Gli ospiti e i membri dell’equipaggio saranno inoltre sottoposti a controlli della temperatura quotidiani, per verificare costantemente la salute a bordo».
Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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