Venezia. Blitz al ponte di Rialto, altri due fogli di via per gli ecovandali

Mercoledì 3 Gennaio 2024 di Davide Tamiello
Venezia. Blitz al ponte di Rialto, altri due fogli di via per gli ecovandali

VENEZIA - Altri due daspo agli attivisti di Extinction Rebellion.

Il 28 dicembre sono stati notificati altri due provvedimenti ad altrettanti manifestanti che avevano preso parte all'azione dimostrativa del 9 dicembre a Rialto, quando il Canal grande si era tinto di verde e alcuni attivisti si erano calati dal ponte con uno striscione ("Mentre il governo parla, noi appesi a un filo"). I fogli di via di 4 giorni fa si sono aggiunti agli altri 5 già consegnati il giorno stesso della manifestazione insieme a 3 daspo, 27 denunce e due avvisi orali. E ora gli attivisti annunciano il ricorso al Tar. «Il foglio di via è il regalo più bello che Babbo Natale potesse farmi - commenta ironico Gianluca Esposito, uno dei due ragazzi destinatario del Daspo, che ieri ha postato un video sulle pagine social della città per esporre la propria versione -perché ci permette di dimostrare ancora una volta la repressione surreale a cui siamo sottoposti dal governo. Il provvedimento si basa su dei reati commessi da me in passato (resistenza a pubblico ufficiale, imbrattamento e deturpamento). Peccato però che quelle accuse siano state archiviate perché il fatto non sussisteva». I fogli di via sono stati notificati a dei giovani locali: abitano tutti a Mestre e dintorni a parte una ragazza di Padova (che ha preso un ordine di allontanamento per 4 anni) e una giovane di Grosseto. «Sono stato cacciato per un anno dalla mia città per aver attirato l'attenzione sulla crisi climatica. Sono state usate delle misure del codice antimafia per dei cittadini nonviolenti», dice Gianluca, che quel giorno faceva parte del gruppo che aveva messo la fluoresceina in acqua per rendere verde il Canal Grande. «Tra le accuse per esempio c'è quella del reato di manifestazione non preavvisata, reato per cui si devono denunciare solamente gli organizzatori. Solo che noi, di organizzatori, non ne abbiamo». Il ragionamento della questura è però diverso: il provvedimento è amministrativo e, in quanto tale, non è fondamentale che le accuse siano state archiviate. Resta la condotta che, secondo l'ente di pubblica sicurezza, sarebbe il motivo fondamentale dell'ordine di allontanamento.


LE REAZIONI
Il video di Gianluca, però, non ha riscosso molti attestati di solidarietà, anzi. Tra i commenti prevalgono le condanne, gli insulti e gli sfottò. «È stata un'azione forte- commenta Gianluca - e non abbiamo avuto molto consenso, come invece è successo a Roma per altre iniziative, per un paio di motivi. La prima è che sicuramente averla messa in atto a pochi giorni di distanza dall'imbrattamento col cacao della Basilica di San Marco (azione in cui noi non c'entravamo nulla) non ha giocato a nostro favore. Il secondo punto è che a Roma eravamo davanti al target, il Governo, e questo ha scatenato l'empatia delle persone. A Venezia l'obiettivo reale non c'era e si è perso un elemento importante. In futuro tutte le manifestazioni verranno indirizzate nei confronti del governo locale: la Regione. Non vogliamo muovere solo la rabbia, vogliamo scatenare anche altre emozioni. Per questo motivo utilizzeremo anche una chiave diversa, più ironica».

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