Osteria sociale al PalaPlip in fallimento. Il Comune: «Cercheremo di rientrarne subito in possesso»

Venerdì 15 Ottobre 2021 di Fulvio Fenzo
L'osteria Plip
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MESTRE - L'avventura è finita nel peggiore dei modi. L'osteria Plip, esperimento inedito di osteria sociale gourmet che aveva preso in gestione dal Comune l'ex centrale del latte di via San Donà n. 195, è fallita sommersa dai debiti. Qualcosa come un milione di euro di buco, forse perfino qualcosa di più. Una voragine creata prima dall'incremento dei costi per la ristrutturazione dell'edificio ottenuto in convenzione per nove anni nel 2018, poi per i costi dei consumi e per qualche probabile errore di valutazione sulla sostenibilità economica del progetto, ma soprattutto per la chiusura imposta dall'emergenza Covid nel febbraio dell'anno scorso. E da allora la cooperativa sociale Me.Sto.lo., titolare della concessione, non è più riuscita a rimettersi in piedi.

CURATRICE FALLIMENTARE
Il fallimento di Me.Sto.lo è stato decretato dal Tribunale di Venezia il 4 ottobre scorso, ed ora tutto è nelle mani della curatrice fallimentare Emanuela Vigani, commercialista di Jesolo che nei giorni scorsi ha già compiuto un sopralluogo nell'osteria di via San Donà, prima di tutto per capire l'ammontare del reale patrimonio su cui poter contare per poi procedere con la chiamata dei creditori. Nel frattempo, l'osteria Plip ha chiuso i battenti e stavolta non per colpa del Covid, tenendo però presente che l'immobile - che oltre al locale del ristorante ha anche un auditorium da 200 posti e alcuni uffici - resta di proprietà del Comune il quale, però, allo stato attuale non può disporne.
«Ora se ne occuperà la nostra Avvocatura civica che avvierà i rapporti con la curatrice fallimentare - spiega l'assessora al Patrimonio Paola Mar -.

Cercheremo di rientrare in possesso della Plip il più presto possibile, perché l'obiettivo è di tornare ad utilizzare questo bene per la cittadinanza in breve tempo».

QUATTRO SOCI
Sono quattro i soci della cooperativa dell'osteria Plip, il più conosciuto è il mestrino David Marchiori che da quasi un anno vive e lavora a Singapore dove è supervisore e chef della Gourmet Italian Osteria. «Non mi sono però mai tirato indietro - precisa Marchiori -. Abbiamo cercato fino all'ultimo di tenere in piedi l'azienda, ma le condizioni sono state impossibili. Siamo nati nel 2018, abbiamo sostenuto spese di ristrutturazione che sono andate ben oltre i preventivi e poi, dopo poco più di un anno, siamo stati costretti a chiudere come tutti per il Covid. Giustamente, preciso, perché io non sono stato affatto contrario a questo provvedimento per tutelare la salute. Ma noi avevamo i mutui che correvano, i costi di consumi e manutenzioni che non si sono fermati, questi ultimi almeno per 8mila euro al mese. In tutto questo tempo abbiamo perso almeno un milione e mezzo di fatturato: reggere era impossibile».

FORNITORI NON PAGATI
La cooperativa sociale si è trovata così esposta con i fornitori di prodotti e alimenti (tra questi, comunque per poche migliaia di euro, anche l'azienda agricola San Giobbe che fa parte del gruppo Umana Spa del sindaco Brugnaro), con le banche che hanno concesso i mutui per le ristrutturazioni (resterebbero da pagare ancora 450mila euro circa) e soprattutto con la ditta che ha in carico le manutenzioni e i consumi elettrici e di gas. Perché il PalaPlip, in un lontano passato centrale del latte poi chiusa e ristrutturata senza sapere esattamente cosa farne, è un'autentica macchina mangiasoldi in fatto di riscaldamento d'inverno e condizionamento d'estate. Prima di Me.Sto.lo si arresero altri tentativi di gestione (mai arrivati al fallimento, però) e torna alla memoria cosa disse l'allora sindaco Massimo Cacciari quando mise piede per la prima volta nella grande hall della Plip appena restaurata: «Ma cos'é, il salone delle feste?».
Oggi si è capito: solo che non erano feste, ma fallimenti e funerali.
 

Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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