VENEZIA - Gli effetti provocati dall’emergenza sanitaria e dal rincaro delle bollette sono stati pesantissimi sulle piccole imprese. Lo segnala l'ufficio studi della Cgia di Mestre: dal confronto tra la media riferita al 2021 e quella del 2020, in Veneto risulta che le due categorie più importanti del lavoro autonomo, artigiani e commercianti con una posizione aperta all'Inps1, sono diminuite complessivamente di 2.126 unità.
Punti "neri" Belluno, Rovigo e Venezia
La situazione più critica in termini percentuali si è verificata in provincia di Belluno: tra il 2021 e il 2020 si registra il -1,92% di commercianti (in valore assoluto -131) e il -1,43% di artigiani (-89). Male anche Rovigo: -1,44% di artigiani (-107), -0,89% di negozianti (-66). Anche la provincia di Venezia ha subito una decisa contrazione: -0,88% di commercianti (-283) e -0,95% di artigiani (-227). Sempre caratterizzati dal segno negativo, anche gli score delle province di Padova, Vicenza Verona e Treviso. Per la Cgia i dati dimostrano che il deterioramento del quadro economico causato dal Covid in questi ultimi due anni e mezzo ha colpito i lavoratori più fragili, quelli senza alcuna tutela, quelli privi di ammortizzatori sociali, vale a dire la parte più debole del nostro mercato del lavoro. Ovvero, gli artigiani, i piccoli commercianti e in generale le partite Iva, tanti giovani liberi professionisti che a fronte dei ripetuti lockdown e della conseguente caduta dei consumi interni sono stati costretti a gettare definitivamente la spugna.
La discesa degli autonomi
La scure delle bollette
L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da autonomi. Anche in Veneto il 70 per cento circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari. Moltissimi stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 10 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare botteghe e negozi. E nonostante le misure di mitigazione introdotte in questi ultimi mesi dal governo Draghi, i costi energetici sono esplosi, raggiungendo livelli mai visti prima.
Soffre pure la grande distribuzione
Il fenomeno delle chiusure sta interessando centri storici e periferie, gettando nell’abbandono interi isolati. Meno visibili, ma altrettanto preoccupanti, le chiusure di liberi professionisti, avvocati, commercialisti e consulenti. Le città stanno cambiando volto: con meno negozi e uffici sono meno frequentate, più insicure e con livelli di degrado in aumento. La moria di attività sta colpendo anche coloro che storicamente sono sempre stati in concorrenza con i negozi di vicinato, vale a dire i centri commerciali. Anche la Gdo, grande distribuzione organizzata, è in grosse difficoltà e non sono poche le aree commerciali al chiuso che anche in Veneto presentano intere sezioni dell’immobile precluse al pubblico.