Palazzo Labia in vendita, il ministro della Cultura: «Pronti alla prelazione»

Mercoledì 13 Marzo 2024 di Marta Gasparon
Palazzo Labia, sede della Rai del Veneto

VENEZIA -  «Se davvero si dovesse concretizzare un’ipotesi di vendita da parte della Rai, il MiC sarebbe prontissimo a valutare l’esercizio di diritto di prelazione». Parole arrivate ieri pomeriggio in una nota dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo una giornata in cui sulla vicenda della vendita di Palazzo Labia, sede della Rai, si sono rincorse molte voci del panorama politico locale (e non solo), esprimendo le proprie perplessità per una vicenda che ha sollevato una scia di polemiche. Dal governatore Luca Zaia all’assessore al Turismo, Simone Venturini, fino al senatore e segretario regionale Pd, Andrea Martella, che in un’interrogazione depositata ieri ha chiesto che il governo si attivi per allontanare l’ipotesi della vendita dell’edificio e – qualora l’azienda intendesse proseguire – attraverso il Ministero della Cultura eserciti il diritto di prelazione per la sua acquisizione.

Interrogazione a cui è seguita la risposta di Sangiuliano che, consapevole di quanto l’immobile rappresenti «un sito di grande valore culturale», ha specificato che per esercitare tale diritto occorrano «tempi e modi scanditi dalla legge. Inoltre – ha detto – bisogna essere chiari: la vocazione naturale e culturale di questo sito è quella museale, per aprirne la bellezza al mondo. L’uso di risorse pubbliche del Ministero sarebbe giustificato unicamente da questa finalità, per restituire al godimento di tutti lo straordinario patrimonio culturale che palazzo Labia rappresenta». 


IL GOVERNATORE
«Quando ho saputo che si sta valutando la sua dismissione – le parole del presidente Zaia dopo l’appello del Cdr della Rai del Veneto – pensavo si trattasse di un errore, ma la cosa sembra prendere corpo. Sarebbe come vendere il Colosseo: è uno dei palazzi più rinomati della Serenissima, affrescato dal Tiepolo. Un monumento nazionale». Poi la proposta: «Adoperiamo come spazio museale la parte oggi non utilizzata. Così facendo si potrebbe magari riuscire a finanziare gran parte della gestione». 


IL COMUNE
Si è unito al coro anche l’assessore al Turismo, Simone Venturini, che marca il proprio «no» alla vendita dello storico palazzo. «La sua possibile alienazione? Un grave errore – osserva lui –. L’eventuale trasferimento della sede veneta della Rai impoverirebbe ulteriormente il centro storico della presenza di un’importante redazione, di posti di lavoro e delle funzioni ad essa collegate. Si metta in pratica ogni possibile azione alternativa per ottimizzare conti e bilanci». Il salone del Tiepolo e la storia del palazzo, qualcosa che «non può essere cancellato con un tratto di penna», commenta l’assessore, che condivide l’appello lanciato dal comitato di redazione, rivolto a istituzioni culturali, personalità del mondo artistico e scientifico, associazioni e cittadini affinché si mobilitino per scongiurare il rischio che questo bene vada perduto. 


I COMITATI PRIVATI
«Indipendentemente dal tema della proprietà, su cui i 26 Comitati non hanno ancora avuto modo di elaborare una posizione comune, – analizza la presidente dei Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia, Paola Marini – l’auspicio è che sia ampiata la fruizione pubblica delle eccellenze artistiche e culturali che l’edificio conserva». Un immobile tra l’altro collocato in un’area divenuta uno snodo culturale importante, grazie anche ai limitrofi palazzi Flangini – nuova sede della Fondazione di Venezia – e Manfrin, casa dell’Anish Kapoor Foundation.


LA POLITICA
«Non possiamo rimanere a guardare quella che si preannuncia essere l’ennesima sconfitta per la città», osserva invece Daniele Giordano, segretario generale della Cgil Venezia, evidenziando che nel momento in cui il Comune decidesse «di assistere ancora una volta alla svendita di Venezia, saremmo pronti a mobilitarci». Mobilitazione a cui pensa anche il consigliere Marco Gasparinetti (Terra & Acqua), che preannuncia di organizzare una raccolta firme all’esterno del palazzo nel giorno in cui il Fai, il 23 marzo, «riaprirà le porte del gioiello barocco per una visita riservata ai soci». Appuntamento per ora coordinato con Italia Nostra e Venessia.com, «ma altri si stanno unendo», riferisce Gasparinetti. La consigliera Cecilia Tonon (Venezia è tua) e il presidente metropolitano di Italia Viva, Alessandro Maggioni, fanno poi propria una proposta a cura di Massimiliano Zane: esporre a palazzo Labia, in sinergia con la Fondazione Musei Civici, le collezioni oggi custodite nei depositi museali per una restituzione pubblica del patrimonio civico della città. «È necessario – conclude la delegata al Turismo della Municipalità, Sara Arco – che il Comune pretenda che la Rai non abbandoni Venezia».

Ultimo aggiornamento: 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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