MESTRE - Il messaggio perfetto per le feste in una città ormai multietnica e multireligiosa come Mestre. Un biglietto natalizio di auguri con la parola “Pace” in arabo, bengalese e italiano, scritto dagli alunni della scuola primaria Cesare Battisti. È successo mercoledì, quando la preside Michela Manente ed alcuni maestri hanno invitato nell’istituto di via Cappuccina l'imam della Comunita Islamica di Venezia, Hammad Al Mahamed, il suo presidente Sadmir Aliovski, don Nandino Capovilla parroco della Cita, mediatori culturali e Angela Soldà, presidente dell’associazione “Fraternità islamico cristiana di Venezia”.
IL LABORATORIO
Insieme hanno organizzato un laboratorio nell’aula magna, dove in diversi turni gli allievi delle classi quinte hanno disegnato le parole “Buon Anno” e “Pace” in alcuni biglietti, per poi portarli a casa e colorarli con i genitori.
PRIMA VOLTA
È la prima volta che la comunità islamica e cristiana condividono la propria cultura con un approccio pacifico in una scuola primaria, e la Battisti è parte dell’istituto comprensivo Giulio Cesare, dove la presenza di diverse nazionalità è la più numerosa in città e dove i bambini musulmani raggiungono l’80%, come spiega don Nandino. «Sono stato contattato un mese fa dalla dirigente scolastica – racconta il parroco della Cita – che desiderava promuovere il dialogo tra religioni. Io avevo già relazioni con l’imam a Marghera, e da un primo incontro è nata l’idea di preparare un’attività dedicata ai bambini. Il versetto intonato dall’iman su Gesù e Maria è stato accompagnato dai cori dei bambini, che hanno intonato l’Ave Maria».
Nella realizzazione dei biglietti scritti in arabo, bengalese e italiano si è impegnata la “Fraternità islamico cristiana di Venezia”, associazione nata un anno fa in cui opera anche don Nandino per la costruzione di una cultura del dialogo, confronto e scambio tra cristiani e islamici. Alla lettura dei testi religiosi e delle domande dei bambini sul senso del Natale, è seguito un saluto a tutte le classi distribuite nei piani della scuola. «Si tratta di un percorso interculturale – spiega la preside, Michela Manente – per fare in modo che le culture possano conoscersi e interagire, perché il Natale è una festa che deve custodire un messaggio per tutti. E sia quello del Corano sia del Vangelo è lo stesso, di pace da portare ai bambini e alle famiglie».