Frenata sul nuovo stadio del Venezia: «Meglio sistemare il Penzo»

Domenica 13 Dicembre 2020 di Marco De Lazzari
Frenata sul nuovo stadio del Venezia: «Meglio sistemare il Penzo»
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MESTRE - «Per costruire un Venezia che duri nel tempo bisogna investire. Noi l’abbiamo fatto, malgrado il Covid, e continueremo a farlo anche sul fronte degli impianti a partire dal Penzo». La sua breve visita a sorpresa non è stata premiata contro il Monza (corsaro per 2-0 a Sant’Elena), ma Duncan Niederauer ha fatto il punto sul progetto-Venezia prima di rientrare oggi negli States, dove seguirà in video l’operazione-riscatto domani sera sul campo della Reggina (ore 21).
«Probabilmente nel 2021 dovremo ripensare il progetto originario del nuovo stadio – l’annuncio di Niederauer, pur senza ventilare alcun accantonamento – perché troppo difficile così com’era stato presentato (il 24 luglio 2018 dall’ex numero uno Joe Tacopina in pompa magna a Ca’ Farsetti, ndr) data l’attuale situazione d’incertezza anche economica. Credo che nella prossima stagione ci saranno delle novità, oggi come oggi invece è a dir poco complicato portare avanti un progetto che parli di nuovo stadio, hotel e centro commerciale. Realisticamente non siamo nel momento migliore per trovare partner per svilupparlo in concreto».
Da qui la volontà di concentrarsi sulle urgenze del presente. «Dobbiamo investire dei soldi sul Penzo, argomento altrettanto delicato. Infatti, se da un lato non esiste al mondo una location più bella per uno stadio di calcio, dall’altro è vecchio, datato e con diverse problematiche. Stiamo pensando a come migliorarlo, per quanto possibile, innanzitutto rinfrescandolo da un punto di vista estetico per renderlo più piacevole per quanto potremo riaccogliere i tifosi. Approfitteremo della primavera-estate per alcuni interventi, ma su tutti questi fronti a gennaio sarò più preciso». Aggiustamenti che dovrebbero riguardare l’esterno della tribuna centrale, magari l’eliminazione delle separazioni spalti-campo, ma al momento è sicuro solo il potenziamento dell’impianto di illuminazione con le luci led richieste dalla Figc. Il tutto mentre una fetta di appassionati sogna una ristrutturazione radicale dell’ultracentenario impianto di Sant’Elena, con rifacimento delle tribune aggiungendo la copertura. 
«Mi rendo conto che sarebbe importante avere un tetto sopra la testa, in tutti i business servono investimenti sulle infrastrutture, ogni anno, per evitare problemi più grossi.

Per altri progetti sul Penzo e sul Taliercio ne stiamo discutendo anche con il sindaco Brugnaro e col Comune, partendo dall’estensione delle concessioni». Con gli stadi a porte chiuse gli incassi sono azzerati, a fronte di grosse spese per convivere col Covid. «Non ci spaventa la situazione che stiamo vivendo, nemmeno da un punto di vista economico. Ii protocolli vanno rispettati e lo facciamo in pieno con costi senza dubbio significativi. Io e i miei soci siamo felici ed entusiasti di quanto stiamo facendo, ancor più se guardiamo a quello che sarà il nostro futuro. Avevamo già previsto incassi minimi se non pari a zero, tuttavia, queste situazioni non hanno influenzato le nostre scelte di calciomercato. Non abbiamo rimpianti e siamo convinti del nostro operato, per costruire a lungo termine serve investire e la casa-Venezia sta salendo pian per piano per arrivare al tetto».

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