Odio, amore e senso di colpa: ecco le sorelle Maccaluso di Emma Dante

Giovedì 10 Settembre 2020 di Alda Vanzan
Sorelle Maccaluso, Mostra del Cinema
VENEZIA - Sette anni dopo l'esordio di Via Castellana Bandiera che fece vincere a Elena Cotta la Coppa Volpi, Emma Dante torna alla Mostra del cinema con un film sulla sorellanza, sul tempo, sulla morte, sulla famiglia. Ultimo dei quattro italiani in concorso a Venezia77, il film Le sorelle Macaluso è la trasposizione cinematografica dell'omonima (e premiata) pièce teatrale, scritta dalla stessa Dante, pur con alcuni adattamenti. Qui le sorelle sono cinque e non sette, interpretate da dodici attrici - tranne Donatella Finocchiaro sono tutte esordienti - perché la regista non ha voluto ricorrere al trucco per mostrare i segni del tempo, «ho preferito puntare su una somiglianza emotiva, quella dei piccoli gesti quotidiani che non cambiano mai». Ecco allora che Pinuccia, interpretata da tre differenti attrici, la si riconosce per il modo in cui si mette il rossetto, mentre Lia per come corruccia la bocca mentre legge. Una storia divisa in tre parti: la giovinezza, l'età adulta, la vecchiaia. E ogni parte è caratterizzata da un lutto.
LE OBIEZIONI
«Un film sul tempo» insiste Emma Dante che si spiace se in sala stampa qualcuno le chiede il significato di certe scene: «Certe cose non si possono spiegare». E respinge di essere stata approssimativa per aver sfiorato temi come l'omosessualità o la follia. «Questo non è film a tema, ma racconta la vita di cinque persone che inevitabilmente si innamorano, si ammalano, muoiono. L'omosessualità? È una cosa normale, esattamente come la morte».
C'è anche una sesta protagonista nel film ed è la casa. Una casa proletaria alla periferia di Palermo, con un arredo datato, nessuna miglioria man mano che passano gli anni, la vista sul mare e al piano di sopra la colombaia. «La casa è il centro di tutto - dice Emma Dante - È il centro delle liti, dei legami, dei ricordi, della morte. La casa, il nostro centro insieme alla famiglia, specchio di tutto».
I genitori non compaiono mai, potrebbero essere morti o semplicemente fuori casa il giorno in cui le cinque sorelle vanno in gita nella spiaggia di Palermo, allo stabilimento di Mondello che negli anni Novanta si chiamava Charleston ed è lì che avviene la tragedia, la morte della più piccola che segna tutte le altre per sempre. Il «senso di colpa con cui ciascuna delle sorelle sopravvive alla morte della più piccola - dice Emma Dante - determina il loro stare al mondo, ciascuna elabora in modo diverso, ma resta sempre la necessità di stare insieme, agganciate a quel mondo e ad un passato che non passa mai anche se la storia, le loro vite vanno avanti».
GLI ANIMALI
Alcune scene impressionano: Maria quando estrae il cuore da un bovino (e non si capisce che lavoro faccia). O paiono rivoltanti, come l'abbuffata di cannoli siciliani. Altre mancano, come il guano nella colombaia. Il ruolo dei colombi è fondamentale: «Sono i genitori delle sorelle che sono sempre con loro». «Io ho un rapporto speciale con gli animali, li ritengo piccole persone, proprio come ha scritto la grande scrittrice Anna Maria Ortese», dice la regista. Che rivela di essere ricorsa a particolari tecniche di montaggio pur di lasciare la colombaia al suo posto originario facendola poi finire nel film sopra l'appartamento delle sorelle. «I colombi sono stati coccolati più degli attori, abbiamo fatto di tutto per non traumatizzarli». La piccola Antonella (Viola Pusateri) ha potuto così imparare a prenderli in braccio senza spezzare le ali. Le riprese, del resto, sono state precedute da un lungo lavoro di preparazione dentro la casa: «Più che la somiglianza fisica doveva emergere quella emotiva dei personaggi», dice Donatella Finocchiaro.
Prodotto dalla giovane società Rosamont (Giuseppe Battiston e Marica Stocchi) e Minimum Fax Media con Rai Cinema, il film uscirà nelle sale oggi. Per sapere che accoglienza avrà Le sorelle Macaluso nella giuria guidata da Cate Blanchett bisognerà aspettare ancora pochi giorni. «Ma intanto è un miracolo che siamo qua - dice Emma Dante - e ricominciamo a sognare con il cinema, abbiamo bisogno di recuperare i sogni».
Alda Vanzan
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Ultimo aggiornamento: 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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