Maree record: Mose, in un mese speso il 30% dei fondi annuali. Più dell'energia pesa il costo del personale

Giovedì 2 Novembre 2023 di Roberta Brunetti
Maree record: Mose, in un mese speso il 30% dei fondi annuali. Più dell'energia pesa il costo del personale

VENEZIA - Il 30% del budget che era stato destinato alle movimentazioni del Mose per un anno intero è andato “bruciato” in meno di un mese.

Un paio di milioni spesi per i 10 sollevamenti, praticamente ininterrotti, che dal 19 ottobre in poi hanno evitato a Venezia una serie di acque alte importanti che sarebbero state più o meno dannose. Spese solo in minima parte legate ai costi dell’energia, la gran parte assorbita da quelli del personale - interno ed esterno - necessario ad azionare le dighe mobili. E proprio l’organizzazione delle squadre addette ai sollevamenti è la grande questione riaperta da questo tanto intenso quanto insolito avvio della stagione 2023-2024 di acque alte. Dieci giorni di maree così ad ottobre non si erano mai viste. Ma non si erano mai viste anche le acque alte d’agosto di quest’estate, che avevano fatto sollevare il Mose per ben due volte. Eventi legati al cambiamento climatico, con l’innalzamento del livello medio del mare, comunque imprevedibili, come il meteo e le prossime acque alte in arrivo. E in questo quadro inevitabilmente incerto, l’unica certezza è che in superlavoro del Mose ha stressato l’organizzazione del lavoro delle squadre di sollevamento. Turni lunghi, anche notturni, faticosi così ripetuti, anche per la difficoltà di raggiungere le bocche di porto. Tra i sindacati, in questi giorni, c’è chi ha sollevato problemi di sicurezza, negati dal Consorzio Venezia Nuova, che ha comunque messo in programma un incremento delle squadre: dalle attuali tre saliranno a quattro.


I COSTI DEI SOLLEVAMENTI
Che i sollevamenti del Mose costino parecchio lo si sapeva. Circa 200mila euro per ogni alzata del sistema. Ma i danni che le acque alte infliggevano alla città quando non c’era la difesa delle dighe mobili, erano di gran lunga superiori. Ora questo filotto d’ottobre ha fatto impennare il conto di quest’anno. Ed ecco l’interesse per il dettaglio. Di quei 200mila euro ad alzata, il costo dell’energia è il minore: per un sollevamento di 6 ore non supererebbe gli 8mila euro. A pesare di più è il costo del personale, con la settantina di tecnici impegnati nelle tre squadre di sollevamento organizzate dal Cvn, che si turnano; ma soprattutto con i vari ingaggi per i servizi esterni. Tra questi, per fare un esempio, quello delle pilotine che devono essere presenti alle tre bocche di porto per garantire la sicurezza delle operazioni. Una precisa richiesta della Capitaneria di Porto che viene risolta con dei servizi a nolo, che costano parecchio.


IL PERSONALE IN SOFFERENZA
Ma il tema emerso dal superlavoro di questi giorni è quello dell’organizzazione dei turni delle squadre. Nessuno si è tirato indietro, la disponibilità dei tecnici è stata massima, come l’orgoglio di contribuire a salvare Venezia da mareggiate potenzialmente devastanti. Ma a fronte di tanti giorni consecutivi di lavoro, organizzare i turni con tre squadre è risultato problematico. Raggiungere le bocche di porto, in particolare l’isola del Lido, richiede tempo e il personale si è trovato con turni distanziati di sole 11 ore. Le rappresentanze sindacali ne hanno discusso lunedì, in un incontro con il commissario liquidatore del Consorzio, Massimo Miani. La Cgil, in particolare, ha posto il tema della sicurezza. All’indomani, per verificare la situazione, lo stesso Miani è andato in sopralluogo sui posti di lavoro alle tre bocche di porto. Una visita che avrebbe tranquillizzato i vertici del Cvn sulla paventata emergenza sicurezza, ma confermato la necessità di incrementare il numero di tecnici impegnati nei sollevamenti, con la costituzione di una quarta squadra. L’intenzione è quella di procedere a qualche assunzione, ma la strada è in salita per un Cvn in liquidazione che nel giro di un paio d’anni dovrebbe sciogliersi. La soluzione sarebbe facilitata dalla costituzione di quell’Autorità per la laguna, destinata a gestire anche il Mose, istituita nell’agosto di tre anni fa, per mesi bloccata dal braccio di ferro tra il ministro Matteo Salvini e il sindaco Luigi Brugnaro sulla nomina del presidente. Ora l’accordo sarebbe stato trovare, l’annuncio dovrebbe essere questione di ore. Intanto, dopo due giorni di tregua, da domani sono attesi nuovi picchi di marea. E nuove giornate di lavoro per il Mose e i suoi uomini.
 

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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