​Alla nave dei no-global bonifico di 125mila euro. «Ma è una donazione»

Mercoledì 3 Marzo 2021 di Angela Pederiva
Alla nave dei no-global bonifico di 125mila euro
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Una fattura da 125.000 euro, emessa dalla Idra Social Shipping di Trieste a favore della Maersk Tankers di Copenaghen, con relativo bonifico dalla Danimarca all'Italia e con la causale «per servizi marittimi». È su questo documento che poggia l'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione, condotta dalla Procura di Ragusa, che vede otto indagati fra cui il padovano Luca Casarini, il veneziano Beppe Caccia e il triestino Alessandro Metz. Secondo l'accusa, quel pagamento costituirebbe il compenso preventivamente pattuito dalla nave Mare Jonio per trasbordare 27 migranti dalla Maersk Etienne e farli approdare nel porto di Pozzallo dopo 38 giorni al largo, mentre per la difesa si tratterebbe di una donazione successivamente effettuata dal colosso scandinavo a sostegno delle attività umanitarie svolte dagli attivisti nordestini nel Mediterraneo.


I TABULATI

Casarini ieri a Repubblica aveva raccontato un'altra verità: «Quel bonifico non c'entra nulla.

La società armatrice, per un 30 per cento, fa attività che non riguarda Mediterranea (il progetto della Ong di cui lui e Caccia sono fra i promotori, ndr.) e quello era relativo a una consulenza per management dei porti. Possiamo provarlo». Il procuratore Fabio D'Anna ipotizza invece che quell'importo sia direttamente correlato al salvataggio. A sostegno di questa tesi ci sarebbero una serie di intensi contatti, emersi dai riscontri dei tabulati (che nei giorni della crisi darebbero conto di almeno cinque telefonate tra gli attivisti e l'associazione danese degli armatori) e dai brogliacci delle intercettazioni (che fra ottobre e dicembre dimostrerebbero le chiamate fra i vertici della Idra Social Shipping e quelli della Maersk Tankers). Tutti indizi, secondo gli inquirenti, di una trattativa finalizzata al saldo della fattura da 125.000 euro prima di Natale.


LE SPESE

Quel documento viene invece spiegato da Metz e Caccia, rispettivamente presidente e vice della società armatoriale, come la pezza giustificativa di una donazione ricevuta dal gigante scandinavo, al termine di un confronto con i manager che sarebbe iniziato il 6 ottobre a Copenaghen. «Li abbiamo incontrati affermano nel contesto di riunioni con le organizzazioni di rappresentanza degli armatori danesi ed europei, con i quali stiamo da allora discutendo le problematiche delle navi mercantili che incrociano nel Mediterraneo e la comune richiesta affinché gli Stati europei rispettino gli obblighi relativi al coordinamento dei soccorsi e allo sbarco delle persone recuperate in mare. In quella occasione ci hanno chiesto come potessero aiutare le nostre attività umanitarie, politicamente e materialmente. Sulla base della Convenzione di Londra del 1989 sull'assistenza tra navi in acque internazionali, Maersk ha così parzialmente riconosciuto le spese aggiuntive sostenute da Idra Social Shipping per i servizi svolti in mare, come forma di sostegno alla nostra attività. Né più né meno».


LE DICHIARAZIONI

Di quella giornata, c'è una foto twittata da Anne H.Steffensen, ceo di Danske Rederier - Danish Shipping, l'associazione di categoria degli armatori danesi: «È fantastico incontrare Beppe Caccia a Copenaghen oggi per discutere dell'interesse reciproco nella ricerca di soluzioni sostenibili per le operazioni di ricerca e soccorso in mare». L'indomani, e cioè il 7 ottobre, quattro fra associazioni degli armatori e sindacati dei marittimi, europei e internazionali, scrivevano a Ursula Von der Leyen per esortare «la Commissione europea a ricordare agli Stati membri dell'Ue la loro responsabilità per garantire sbarchi rapidi e prevedibili quando le navi mercantili soccorrono le persone in pericolo». Ma il 21 dicembre Tommy Thomassen, il direttore tecnico della Maersk Tankers con cui Caccia avrebbe concordato il bonifico, commentava così il caso italiano: «Confidiamo che come noi adempiamo ai nostri obblighi umanitari e legali, anche gli altri faranno la cosa giusta. Ciò che è più sconcertante è che c'era mancanza di azione politica allora e non c'è soluzione ora».
 

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