​Pusher fermato due volte. Libero grazie a un cavillo

Martedì 23 Marzo 2021 di Davide Tamiello
Pusher fermato due volte. Libero grazie a un cavillo
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MESTRE - Se l'agente che vede lo spacciatore all'opera non è materialmente quello che lo ferma, l'arresto non vale.

Si può riassumere così la decisione della giudice del tribunale di Venezia Alessia Capriuoli che ha così, di fatto, rimesso in libertà un pusher scoperto dalla polizia locale per due volte in un weekend a vendere droga in via Piave. 


L'uomo, un 27enne nigeriano, era stato individuato una prima volta sabato pomeriggio a spacciare cocaina, motivo per cui era stato denunciato in stato di libertà e gli era stato notificato il classico daspo urbano, l'ordine di allontanamento per 48 ore. Il 27enne, però, domenica pomeriggio si è ripresentato puntualmente al suo posto. E lì, il personale in borghese della polizia locale, ha iniziato a seguirlo fino a quando l'uomo non ha incontrato due ragazze, già note per i loro trascorsi con gli stupefacenti. Alle due, il 27enne ha ceduto un paio di dosi della tanto temuta eroina gialla, la stessa che aveva provocato quella lunga scia di morti tra 2017 e 2018. 


Gli agenti in borghese hanno fermato una delle due ragazze, le hanno sequestrato la droga e le hanno notificato il daspo. Mentre il pusher è stato arrestato, portato in camera di sicurezza in attesa dell'udienza di convalida, prevista per ieri mattina. 


LA DECISIONE

La giudice, però, considerato il caso ha deciso di non convalidare l'arresto e di fissare il divieto di dimora in Veneto per il 27enne come unica misura cautelare. In realtà, viste le modiche quantità di droga sequestrata, un provvedimento abbastanza normale. Quello che un po' sorprende, però, è che nell'ordinanza la giudice abbia specificato che il fatto che l'ufficiale di polizia che ha visto la cessione di droga non sia lo stesso che materialmente avrebbe concluso l'arresto. Una condizione che farebbe cadere la «quasi flagranza» del reato. L'ufficiale, in effetti, dopo aver visto il fatto, aveva contattato le pattuglie di rinforzo per bloccare da una parte lo spacciatore e dall'altra le clienti. Lo stesso ufficiale, inoltre, aveva firmato il verbale di arresto e in udienza sia lo spacciatore sia la cliente avevano ammesso lo scambio. È possibile che il giudice abbia ritenuto che, visto il contesto, considerata l'ammissione e la modica quantità di stupefacente, fossero venute a mancare le esigenze cautelari. Inoltre, l'uomo era formalmente incensurato fino al giorno prima e la denuncia del giorno prima giuridicamente non conta come precedente. 

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