Mestre. Ladro tenta il colpo ogni giorno nella stessa carrozzeria. Il titolare: «Danni per 2 milioni di euro»

Via Giustizia a Mestre è una via chiusa tra la linea ferroviaria alle porte della stazione e un doppio passaggio a livello

Giovedì 27 Luglio 2023 di Davide Tamiello
Paolo Favaretto, a destra il ladro nella sua officina

VENEZIA - In nove anni 33 denunce e oltre due milioni di euro di danni. Furti, vandalismi, spaccate, danneggiamenti alle auto dei clienti: la “Carrozzeria Moderna” di via Giustizia a Mestre, da quando è stata inaugurata, sembra essere il bersaglio prediletto degli sbandati e della microcriminalità locale.

Martedì sera l’ennesimo episodio, l’ennesima denuncia: il titolare, Paolo Favaretto, è stato aggredito, spinto a terra e preso a schiaffi, dal ladro che aveva appena sorpreso all’interno dell’officina. «Erano le 18.30 - racconta - stavo chiudendo i locali come ogni sera quando ho trovato quel personaggio che stava gironzolando attorno ai computer per le diagnosi delle auto. Lo conosco perché ormai da una settimana viene a “farci visita”, l’abbiamo più volte scoperto e immortalato con diversi filmati. Quando gli ho chiesto cosa stesse facendo mi ha buttato a terra, ha scavalcato la recinzione e se ne è andato. Fortunatamente non mi sono fatto male, ma mi sono spaventato a morte. Se ci penso, ancora tremo dalla paura e dal nervoso». Via Giustizia a Mestre è una via chiusa tra la linea ferroviaria alle porte della stazione e un doppio passaggio a livello. Qui, hanno la sede diverse officine e rivendite, oltre al “Drop In” dei servizi sociali del Comune di Venezia. Di fatto è una strada da zona industriale che, spente le luci delle attività, diventa terra di nessuno. Dunque, preda facile per chi è alla ricerca di spazi al riparo da occhi indiscreti. Qui ci sono diversi edifici dove gli sbandati trovano casa per un po’: una volta c’era l’ex falegnameria Rosso, poi altre strutture all’interno del sedime delle Ferrovie ottime per dei bivacchi improvvisati.

E da questi rifugi per disperati, quasi sempre, nascono i problemi della Carrozzeria Moderna: più di qualche mattina, all’apertura alle 6, il personale ha trovato qualcuno che dormiva davanti ai cancelli. L’ultima grana, in ordine cronologico, arriva da un gruppetto di stranieri accampati in una tenda piantata al di là della recinzione, a pochi decine di metri dai binari. Il giorno prima dell’aggressione lo stesso ladro aveva rubato dei computer (poi recuperati dai carabinieri) del valore di 12mila euro e una bicicletta.

L'appello

Martedì, l’uomo stava riprovando a impossessarsi delle stesse cose per la seconda volta. «Questa è la 33. denuncia che sporgo tra furti, tentati furti e vandalismi vari - dice amareggiato Favaretto - in questi anni ho dovuto far fronte a macchine rovinate, vetrate infrante, macchinari e attrezzature rubate. Rivolgo un appello alle massime autorità dello Stato, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: abbiamo contato due milioni di euro di danni in questi nove anni. Sono tanti e gravano su un’attività che mantiene 22 famiglie. Non è possibile, meritiamo più attenzione dalle istituzioni. La nostra parte l’abbiamo fatta: ho pagato una vigilanza privata, ho installato telecamere e antifurto. Eppure le cose non cambiano mai, ogni volta chiamo le forze dell’ordine e arrivano due ore dopo. Che cosa dobbiamo fare per proteggerci?»

I precedenti

Quello della Carrozzeria Moderna è un caso noto che, in questi anni, ha attirato l’attenzione di autorità ad ogni livello. Qui, nella sua officina, proprio per la particolarità della situazione e per la frequenza dei raid criminali, erano venuti sindaci, assessori, prefetti, questori, persino un ministro dell’Interno (Angelino Alfano) assicurando che lo Stato avrebbe protetto lui e la sua attività. Ad oggi, però, sembra non essere cambiata granché la situazione e la carrozzeria continua a dover fare i conti con il degrado dell’area stazione. Il clamore mediatico è servito a tenere alta l’attenzione nell’immediato, ma non appena le luci della ribalta si sono abbassate si è sempre tornati al punto di partenza. C’è anche da dire che la posizione non gioca a favore: qui, le pattuglie, possono passare una volta in una notte, ma non possono certo stazionare in un punto in cui rischiano di rimanere bloccate dal passaggio a livello. «Non ne possiamo più - conclude Favaretto - non è giusto continuare con questo clima. A queste condizioni saremo costretti a dormire in carrozzeria per difenderci».

Ultimo aggiornamento

Il ladro è tornato anche ieri sera, mercoledì 26 luglio, ripreso anche stavolta dalle telecamere di sorveglianza. Il titolare della carrozzeria Paolo Favaretto racconta di essere stato fino alle 21.30 in questura a Venezia e che alla fine il ladro seriale è stato rilasciato ancora una volta.

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Ultimo aggiornamento: 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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