VENEZIA - In nove anni 33 denunce e oltre due milioni di euro di danni. Furti, vandalismi, spaccate, danneggiamenti alle auto dei clienti: la “Carrozzeria Moderna” di via Giustizia a Mestre, da quando è stata inaugurata, sembra essere il bersaglio prediletto degli sbandati e della microcriminalità locale.
Martedì sera l’ennesimo episodio, l’ennesima denuncia: il titolare, Paolo Favaretto, è stato aggredito, spinto a terra e preso a schiaffi, dal ladro che aveva appena sorpreso all’interno dell’officina. «Erano le 18.30 - racconta - stavo chiudendo i locali come ogni sera quando ho trovato quel personaggio che stava gironzolando attorno ai computer per le diagnosi delle auto. Lo conosco perché ormai da una settimana viene a “farci visita”, l’abbiamo più volte scoperto e immortalato con diversi filmati. Quando gli ho chiesto cosa stesse facendo mi ha buttato a terra, ha scavalcato la recinzione e se ne è andato. Fortunatamente non mi sono fatto male, ma mi sono spaventato a morte. Se ci penso, ancora tremo dalla paura e dal nervoso». Via Giustizia a Mestre è una via chiusa tra la linea ferroviaria alle porte della stazione e un doppio passaggio a livello. Qui, hanno la sede diverse officine e rivendite, oltre al “Drop In” dei servizi sociali del Comune di Venezia. Di fatto è una strada da zona industriale che, spente le luci delle attività, diventa terra di nessuno. Dunque, preda facile per chi è alla ricerca di spazi al riparo da occhi indiscreti. Qui ci sono diversi edifici dove gli sbandati trovano casa per un po’: una volta c’era l’ex falegnameria Rosso, poi altre strutture all’interno del sedime delle Ferrovie ottime per dei bivacchi improvvisati.
L'appello
Martedì, l’uomo stava riprovando a impossessarsi delle stesse cose per la seconda volta. «Questa è la 33. denuncia che sporgo tra furti, tentati furti e vandalismi vari - dice amareggiato Favaretto - in questi anni ho dovuto far fronte a macchine rovinate, vetrate infrante, macchinari e attrezzature rubate. Rivolgo un appello alle massime autorità dello Stato, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: abbiamo contato due milioni di euro di danni in questi nove anni. Sono tanti e gravano su un’attività che mantiene 22 famiglie. Non è possibile, meritiamo più attenzione dalle istituzioni. La nostra parte l’abbiamo fatta: ho pagato una vigilanza privata, ho installato telecamere e antifurto. Eppure le cose non cambiano mai, ogni volta chiamo le forze dell’ordine e arrivano due ore dopo. Che cosa dobbiamo fare per proteggerci?»
I precedenti
Quello della Carrozzeria Moderna è un caso noto che, in questi anni, ha attirato l’attenzione di autorità ad ogni livello. Qui, nella sua officina, proprio per la particolarità della situazione e per la frequenza dei raid criminali, erano venuti sindaci, assessori, prefetti, questori, persino un ministro dell’Interno (Angelino Alfano) assicurando che lo Stato avrebbe protetto lui e la sua attività. Ad oggi, però, sembra non essere cambiata granché la situazione e la carrozzeria continua a dover fare i conti con il degrado dell’area stazione. Il clamore mediatico è servito a tenere alta l’attenzione nell’immediato, ma non appena le luci della ribalta si sono abbassate si è sempre tornati al punto di partenza. C’è anche da dire che la posizione non gioca a favore: qui, le pattuglie, possono passare una volta in una notte, ma non possono certo stazionare in un punto in cui rischiano di rimanere bloccate dal passaggio a livello. «Non ne possiamo più - conclude Favaretto - non è giusto continuare con questo clima. A queste condizioni saremo costretti a dormire in carrozzeria per difenderci».
Ultimo aggiornamento
Il ladro è tornato anche ieri sera, mercoledì 26 luglio, ripreso anche stavolta dalle telecamere di sorveglianza. Il titolare della carrozzeria Paolo Favaretto racconta di essere stato fino alle 21.30 in questura a Venezia e che alla fine il ladro seriale è stato rilasciato ancora una volta.
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