La Chiesa scende in campo sui grandi temi della città

Lunedì 4 Febbraio 2019 di Paolo Guidone
La Chiesa scende in campo sui grandi temi della città
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MESTRE - Quali sono le peculiarità del tessuto sociale mestrino e della Città Metropolitana ad esso connessa? Quali i fermenti, le istanze, le paure? A queste domande proverà a rispondere il gruppo “Dialoghi per Mestre”, che nasce dall’iniziativa di don Fabio Longoni, già responsabile della scuola diocesana di formazione all’impegno socio-politico e di quattro  sacerdoti mestrini, don Gianni Antoniazzi, don Natalino Bonazza, don Massimo Cadamuro e don Marco Derossi, responsabile della Pastorale sociale della diocesi.
  È dalla loro esperienza quotidiana che muove l’intento di dare concretezza alle parole di Papa Francesco che, per la Giornata della Pace di quest’anno, ha ricordato come la buona politica si realizzi anzitutto attraverso l’impegno diretto dei cittadini che ogni giorno vivono in prima persona le sofferenze e le speranze della propria comunità. 
L’obiettivo del gruppo, la cui costituzione è stata annunciata da “L’incontro”, il settimanale della Fondazione ”Carpinetum”, è quello di creare connessioni tra i rappresentanti di associazioni, laiche e cristiane, di realtà economiche e culturali presenti a Mestre, ciascuno in base alle proprie esperienze e competenze, per fare politica nell’accezione più alta del termine, quella che ha origine dalla “Polis”. Il gruppo, composto da un nucleo di 20 persone, si è costituito per attivare un dialogo costruttivo all’interno di un territorio peculiare e complesso qual è la Terraferma veneziana e si propone di organizzare un ciclo di incontri pubblici in cui, insieme all’analisi delle criticità di volta in volta affrontate, si accompagnerà l’elaborazione di proposte concrete.
L’analisi dei problemi e le possibili soluzioni si focalizzeranno sui quattro temi indicati nel Messaggio di Papa Francesco, che nel territorio veneziano risultano di estrema attualità e urgenza: la questione demografica, legata al fenomeno del decremento e dell’invecchiamento della popolazione; l’ecologia e la sostenibilità ambientale; la gestione dei fenomeni migratori; la rigenerazione e riqualificazione urbana. «I processi di democrazia deliberativa e partecipata permettono il confronto di opinioni diverse - spiega don Fabio Longoni - e mettono insieme le sensibilità dei territori rendendoci più consapevoli dei problemi ce abbiamo davanti a noi. Ma non siamo assolutamente un partito e non ci interessano gli schieramenti politici in chiave elettorale. Siamo invece un gruppo di persone, laiche e cattoliche, che vuole muovere il territorio a una conoscenza dei problemi e a un impegno conseguente, mettendo in luce le buone pratiche che già esistono e stimolando un coinvolgimento diretto delle nostre comunità senza aspettare che i problemi siano sempre risolti da altri».
Ultimo aggiornamento: 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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