«Voteremo "no" a Draghi», i deputati veneziani Maniero e Spessotto verso l'espulsione dai 5 Stelle

Venerdì 19 Febbraio 2021 di Alberto Francesconi
Il presidente del Consiglio Mario Draghi

MESTRE In rotta di collisione. Per i parlamentari veneziani del Movimento 5 Stelle la nascita del governo Draghi è destinata a provocare uno strappo insanabile con i vertici del soggetto che appena tre anni fa aveva sbaragliato il campo raccogliendo in città il 27,57% di consensi che ne avevano fatto il primo partito. Con il voto di ieri sera alla Camera si è di fatto sancita l’uscita di due dei tre parlamentari a cinque stelle eletti nell’area metropolitana. 
I PRECEDENTI
Un esito in qualche modo annunciato per Alvise Maniero, uno dei primi sindaci “grillini” eletti in Italia, in grado di sbaragliare nel 2012 la corazzata della sinistra a Mira. Eletto alle Politiche del marzo 2018, alla vigilia del voto di fiducia di ieri Maniero ha affidato a Facebook un commento tagliente all’annuncio, dal coordinatore Vito Crimi, dell’espulsione dei senatori che avevano detto “no” a Palazzo Madama: «Veramente, avevo già ribadito che stasera voterò no. Per carità, poterlo anche fare contro le irreversibili minacce di Crimi (!) è tutto un valore aggiunto, lo riconosco, ma non serviva davvero scomodarsi tanto con gli incentivi».
Va detto che la sorte, per il deputato di Mira, appariva in qualche modo segnata dopo che un mese fa gli era stata ritirata la presidenza della delegazione italiana all’assemblea del Consiglio d’Europa. La decisione era una conseguenza del “no” del deputato al Mes, il meccanismo europeo di stabilità mal digerito dal movimento ma funzionale - all’epoca - a tenere in piedi in Governo Conte dalla minaccia di Italia Viva di lasciare la compagine (come poi effettivamente avvenuto). Un malessere covato a lungo, per Maniero, che come parte della base del movimento non aveva gradito la decisione di dar vita al Conte-bis con gli ex avversari del Pd. Fino a quando, è storia recente, i militanti sono stati chiamati a esprimersi sulla piattaforma Rousseau sull’adesione al Governo Draghi. Maniero ha votato no, e ieri ha confermato con coerenza la sua decisione, destinata a portarlo fuori dal Movimento.
DISSENSO VIA SOCIAL
Analoga la parabola di Arianna Spessotto, deputata sandonatese al secondo mandato alla Camera che, come Maniero, aveva dichiarato la settimana scorsa il suo “no” al nuovo esecutivo e che ieri ha commentato a sua volta l’annuncio di Crimi rivolto ai senatori dissidenti: «La prepotenza non mi è mai piaciuta - le sue parole pubblicate su Facebook - ancor di più in un movimento politico dove bisognerebbe far tesoro delle opinioni di tutti, tanto più di quelle in dissenso! Avanti così, che ne rimarrà soltanto uno». 
Va detto che, a giudicare dai commenti alle dichiarazioni comparse sui social media, il dissenso appare condiviso da buona parte dei militanti. Il Movimento veneziano, che in sede locale ha perso nel frattempo il consigliare comunale Davide Scano, rischia però di rimanere rappresentato dalla sola Orietta Vanin, anch’essa accostata peraltro ai senatori dissidenti che hanno detto “no” a Draghi. Mercoledì però non ha partecipato al voto in aula, ufficialmente per un infortunio alla spalla. Ma la “giustificazione” potrebbe non essere sufficiente: «Per i senatori assenti in occasione del voto di fiducia al governo - ha dichiarato Crimi - ho chiesto al capogruppo di verificare le ragioni dell’assenza. Se non motivate da comprovate motivazioni di salute o stato di necessità anche per loro sarà prevista la sanzione più grave».
Alberto Francesconi
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