Mercatino del rubato nel giardino di via Tasso. Il vicesindaco: «Via le panchine»

Domenica 17 Aprile 2022 di Alvise Sperandio
MESTRE Il "mercatino" all'aperto nel piccolo parco di via Tasso
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MESTRE  - L’idea del vicesindaco Andrea Tomaello per sradicare il “mercatino del rubato” è quella di una soluzione radicale: cambiare la “vocazione” del parco di via Tasso. «Se la situazione non migliora dovremmo valutare la possibilità di eliminare le panchine: l’altro giorno c’era gente che ci dormiva - spiega - l’altra ipotesi è pensare a una soluzione collaborando con la palestra vicina, inglobando il parco per alcune attività delle associazioni sportive». Insomma, renderlo più vivo per strapparlo dalla terra di nessuno. Una condizione che, oggi, i residenti faticano a digerire, visto che il mercatino abusivo è diventata ormai un’abitudine quotidiana che si ripete praticamente ogni pomeriggio. 
«Non ne possiamo più. Questa situazione va avanti da tempo. E finora le forze dell’ordine e il Comune non sono state in grado di risolverla». Tossicodipendenti e sbandati arrivano coi borsoni carichi di merce sottratta chissà a chi e dove, supermercati compresi, per “venderla” a prezzi stracciati. Tra i clienti, a quanto si può vedere, ci sono soprattutto badanti. Così, i primi trovano i soldi per comprarsi la dose giornaliera, che magari consumano nello stesso parchetto, mentre le seconde fanno la spesa risparmiando un bel po’ di quanto spenderebbero se comprassero regolarmente. Talvolta, infatti, bastano pochi euro per rifornire la credenza di casa. Ma, oltre agli alimenti e alle bevande, si possono trovare anche vestiti, smartphone, biciclette. Un affare per tutti, concluso alla luce del sole. «Pensi che hanno la spudoratezza di venire a chiedermi di fare moneta», racconta uno dei negozianti della zona, imponendo l’anonimato per paura di ritorsioni.

Anche i residenti, intercettati per strada o suonando i citofoni dei condomini, denunciano il degrado e il disagio solo a patto che non venga pubblicato il loro nome.


DEGRADO
«Lavoro qui ormai da 12 anni – continua l’esercente – e la musica è sempre la stessa. Arrivano questi giovanotti, che a mio parere sono soprattutto italiani, e le badanti si fiondano intorno con le borse e i carrelli della spesa». Scena che si ripete, puntualmente, nel pomeriggio. Tre-quattro sbandati entrano nei giardini, cappuccio tirato in testa e zaino in spalla. Scelgono una panchina. Subito si forma un capannello. Le badanti si guardano intorno, con circospezione. Poi, mentre i borsoni si riempiono, aprono il portafoglio e se ne vanno, aumentando il passo. «>Scusi, ma che cosa si può comprare lì?», chiediamo. Ma la risposta è tagliente quanto imbarazzata: «Io non so niente, ciao», dicono in due scansandosi. Al sabato il parchetto di via Tasso, a cui si può entrare anche da Corso del Popolo, un bel polmone verde con tanti alberi in fiore e diversi giochi per i bambini, posto alle spalle dell’Istituto d’arte e del Liceo Franchetti, è pieno di gente. Ci sono famigliole di origini bengalesi. Ragazzi stranieri. Qualcuno porta a spasso il cane. Sotto l’altana scoperta, al centro, ben riconoscibili da fuori siedono almeno quindici badanti: ognuna si è portata un pezzo di cartone su cui appoggiarsi, non tutte hanno l’ombrello quando inizia a piovere tanto che si spostano in gruppo sotto un albero particolarmente frondoso, quando le gocce si fanno più insistenti.


CONTROLLI
«Quando arriva chi vende sembrano calabroni attirati dal fiore», spiega un residente, piuttosto amareggiato: «>I controlli delle forze dell’ordine ci sono, ma passano alle 9 del mattino quando non c’è nessuno. L’altro giorno è venuta una pattuglia della Guardia di Finanza, ma tutto è andato avanti come al solito»>. «Scusate, è vero che qui possiamo comprare cose utili a poco?>», chiediamo girando tra le panchine, ma c’è chi abbassa lo sguardo e chi non va oltre poche parole: <«>Ma quale mercatino, guarda che ti sbagli». Le voci di chi abita intorno raccontano il contrario: <«Lo sanno tutti che al parchetto si può comprare roba rubata, è il segreto di pulcinella», afferma una signora. Un uomo di mezza età aggiunge: >«E non parliamo dei drogati. C’è chi viene a spacciare, ma anche chi si buca sulle panchine e tra le piante. Si vedono lontano mille miglia che sono tossicodipendenti. Li vediamo entrare barcollanti e uscire piegati su loro stessi. Quell’area è diventata off limits. Da girarci al largo». Interviene un passante che sta uscendo dal portone di casa: «Hanno messo il simbolo del controllo di vicinato al cancello, ma nei fatti non esiste. Questa storia va avanti da tanto: una soluzione potrebbero essere le telecamere o comunque chiudere il parchetto per un po’, anche se probabilmente il problema soltanto si sposterebbe».


COMUNE
Dal comitato Progetto Comune arriva una proposta concreta: «Abbiamo suggerito all’Amministrazione comunale di fare un accordo coi Carabinieri in congedo che potrebbero presenziare a turno. La deterrenza di una divisa potrebbe rovinare i piani di questi balordi. Ma al momento non abbiamo avuto alcun riscontro»>, fa sapere la presidente Marialaura Faccini. Altri residenti chiamano in ballo l’assessore alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, in carica da due mesi: >«>Venga qui a vedere di persona cosa dobbiamo sopportare»<. «Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni dai residenti - gli fa eco l’assessora alla Sicurezza Elisabetta Pesce - e ci attiveremo presto per intensificare i controlli con la polizia locale. Lo stiamo già facendo per tutte le aree verdi della città e per piazzetta Zorzetto». 
La sensazione è che la misura sia colma. A stemperare la tensione ci prova il comandante della Polizia locale, Marco Agostini: «Calma, non siamo il Bronx. Si tratta di un problema che stiamo affrontando ma, ripeto, non per sottovalutare la questione, risulta marginale. La nostra è un città sicura. Prova ne è il fatto che abbiamo partecipato a un bando del Ministero per il finanziamento di sistemi di videosorveglianza e in base ai criteri di pericolosità, legati al numero di abitanti, al numero di reati e alla loro gravità, ci siamo classificati al 480° posto». Neppure la pioggia pomeridiana rallenta le operazioni del “mercato del rubato”. Addentrarsi tra le panchine trasformate in supporti d’esposizione di quanto viene messo in vendita, a un certo punto appare rischioso. «Vai via, non c’è niente che t’interessi», ci rimbrotta un energumeno evidentemente alterato. Intanto le badanti si parlano nella loro madrelingua per non farsi capire. Si guardano intorno, mettono in saccoccia quel che pagano, inforcano la bici e se ne ripartono veloci, facendo alzare uno stuolo di piccioni. «Vede – alza le braccia un anziano –, è così tutti i giorni. D’inverno, poi, con le giornate più corte è ancora peggio. Avremmo dei giardini bellissimi, dove fare una passeggiata o trascorrere qualche momento di relax. Ma non si può, sono in mano a loro».
 

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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