Lotta al crimine, 42 locali chiusi in centro dall'inizio dell'anno

Mercoledì 3 Ottobre 2018 di Davide Tamiello
Lotta al crimine, 42 locali chiusi in centro dall'inizio dell'anno
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MESTRE - Chi sgarra chiude. Perché la sicurezza, ormai, passa anche (e soprattutto) attraverso gli spazi. Il questore Danilo Gagliardi l’ha detto chiaramente a più riprese: l’obiettivo è togliere ossigeno ai criminali, il che significa anche far abbassare le serrande ai locali di chi li accoglie. Gli effetti di questa politica da pugno di ferro continuano a correre su due binari: da un lato ci sono i provvedimenti della questura, dall’altro quelli del Comune. In tutto, dall’inizio dell’anno, tra bar, sale giochi e minimarket le forze dell’ordine hanno sospeso la licenza a 42 attività. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di locali a conduzione cinese.
  Da una parte si chiude per la presenza di pregiudicati e malviventi, dall’altra per il mancato rispetto delle regole: principalmente, gli orari delle slot machine. 
La questura, di solito, agisce sempre in base alla stessa norma: articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Tradotto: se un locale, con le sue frequentazioni, può mettere a rischio l’ordine pubblico, può essere chiuso. Di provvedimenti così, il questore, ne ha emanati 9 dal 1. gennaio, circa uno al mese. In aumento, rispetto all’anno scorso, anche per via dell’ampliamento di categorie previsto dal decreto Minniti, che ha allargato la possibilità di applicare l’articolo 100 non solo ai bar ma anche ai negozi etnici e minimarket. Le segnalazioni arrivano dalle varie forze dell’ordine: polizia, carabinieri, polizia locale. Alla fine l’ultima parola, però, spetta al questore. Di quelle nove chiusure imposte tra Mestre e Marghera, 6 sono esercizi di vicinato (minimarket e kebab), due sono sale giochi e, infine, un bar. 
Nello specifico: alla sala bingo di via Pepe è stata imposta una chiusura di 15 giorni, a tre minimarket di via Trento (coinvolti nella maxi operazione del 10 luglio in via Monte San Michele, atto conclusivo dell’inchiesta della squadra mobile che ha smantellato la mala nigeriana che gestiva lo spaccio di eroina nella zona della stazione) un mese di stop, 15 giorni per una sala giochi di via Piave, 15 giorni anche al “Bar Piave”, 7 giorni al “Pizza Piave” e al “Buonissimi Pizza e Kebab”, e infine 7 giorni a un bar di via Beccaria. «Si continua su questa linea - spiega il questore Gagliardi - per noi è una strategia vincente: diamo segnali importanti sia ai gestori che agli abitanti del quartiere. Nelle prossime settimane ci saranno altre chiusure, questo posso già annunciarlo. Non concederemo spazi a delinquenti e a pregiudicati. Vale per i bar come per i minimarket e le sale giochi».
E appunto su questo argomento i controlli della polizia locale, con il servizio Attività produttive terraferma diretto dal comandante Stefano Gianolla, hanno scoperto decine di irregolarità. Dall’inizio dell’anno, appunto, si contano 33 chiusure. Tutte a danno di locali a gestione cinese. Le sospensioni delle licenze, qui, hanno un progressivo più blando rispetto a quelle per articolo 100: 3 giorni la prima volta, 5 la seconda, un mese per i recidivi pizzicati per tre volte. Di queste 33 chiusure, 31 sono al primo stop, due al secondo. Per qualcuno, in questi giorni, dovrebbero arrivare i dispositivi per la terza irregolarità che faranno scattare la mazzata dei 30 giorni. Dall’inizio dell’anno, la polizia locale ha effettuato oltre 1.500 controlli che hanno portato (dato aggiornato a fine agosto) a 165 multe, verbali con cui il Comune ha riscosso 27.500 euro. Si parla, appunto, di violazione dell’orario delle sale giochi e delle slot machine. Evidentemente le macchinette per il gioco virtuale rendono parecchio, tanto da spingere i titolari a mettere a rischio la propria attività pur di sforare continuamente gli orari previsti dal regolamento comunale. 
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