VENEZIA - «Sono stato con degli amici a vedere il film e ha fatto tanto ridere anche a loro. Così hanno potuto capire anche cosa stavo facendo quando non ero a scuola...». Ma Leo Mannise, 8 anni, di Venezia, non ha nessuna intenzione di mettere la scuola in secondo piano. «Anzi - aggiunge -, sono contento di essere riuscito a fare questa esperienza continuando a seguire le lezioni e mantenendo tutti gli altri miei impegni, perché faccio anche violoncello, basket e lo scout».
DETERMINATO
Definirlo determinato è dire poco, insomma, per questo giovanissimo veneziano del centro storico che è il coprotagonista di "Come può uno scoglio", il film di Natale del duo Pio e Amedeo, diretto da Gennaro Nunziante, il regista dei primi clamorosi successi di Checco Zalone.
Seguito dal Centro Mira Project di Mira Pozzato, Leo è già alla sua seconda grande esperienza dopo aver interpretato un paio di anni fa il figlio della protagonista nella fiction di RaiUno "Non mi lasciare", ma ogni tanto è perfino salito sul palco del teatro La Fenice. «Come mi sono trovato sul set con Pio e Amedeo? Mi hanno fatto tanto ridere le loro scene... Mi sono trovato molto bene anche se a volte è difficile - racconta -. È faticoso soprattutto quando ti capita di rifare le scene anche tante volte... però è bello». «Decine di volte, per un motivo o per l'altro - interviene mamma Laura Pigozzo, assistente alla regia nelle opere liriche che, con il papà Dario Mannise e il fratello Marco, 16 anni, hanno accompagnato Leo nelle prove e sui set tra la Marca e Roma -. Abbiamo finito per girare gli esterni nel luglio scorso, perché in primavera pioveva sempre. Ma Leo e tutto il cast, anche in abiti pesanti sotto il sole estivo, hanno retto benissimo».
«Da grande vorrei fare l'attore perché mi piace recitare, e quando sono qui a Venezia vado a fare "delle opere" alla Fenice - riprende Leo -. Mi piace perché c'è del pubblico che viene a vedermi e mi emoziono tanto anche perché mi applaudono». Nella Madama Butterfly, infatti, gli è capitato di restare sul palco per circa un'ora e, a 8 anni, non è una cosa da poco. «Ma l'esperienza forse più complicata è stata nella fiction "Non mi lasciare" perché, oltre ad essere stato girato durante il periodo del Covid tra mille difficoltà, doveva perfino fingersi morto nell'acqua di una piscina. Una scena estremamente drammatica, senza contare che all'epoca - riprende la mamma - Leo aveva appena 5 anni».
PROVINI
Al provino di "Come può uno scoglio" temeva di essere andato male, tanto che, dopo essere stato visto, voleva rientrare per "dire meglio una battuta". Invece è andata alla grande, ed ora Leo si gode questo secondo successo assieme ai compagni di terza elementare che ha voluto insieme a lui alla "prima" del film. «Mi sento fortunato perché non è una cosa che possono fare tutti - conclude -. Recitare in un film è davvero bellissimo e spero di essere ancora così fortunato». E intanto stanno arrivando le "chiamate" per altri provini.