Jesolo, spunta una fregata del '700 dai fondali a un miglio dalla costa

Venerdì 29 Settembre 2023 di Giuseppe Babbo
Jesolo, spunta una fregata del ‘700 dai fondali a un miglio dalla costa

JESOLO - Una scoperta che può aprire nuovi scenari sulla storia di tutta la costa dell’Alto Adriatico. È stato rinvenuto nel tratto di mare antistante alla laguna del Mort, davanti a Eraclea, il relitto verosimilmente appartenente ad una nave militare, a livello cronologico inquadrabile tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo.

La scoperta è avvenuta ad opera dei tecnici della Marine Innovation tech, che stavano navigando nella zona del ritrovamento a bordo di una loro imbarcazione, captando dei segnali dallo Scan Sonar in dotazione.

Fregata del '700

Dalla successiva immersione, i subacquei hanno notato i resti del relitto, segnalando il ritrovamento alle autorità. In questo modo sono scattate le attività di prima conoscenza e tutela da parte della Soprintendenza Venezia metropolitana, attraverso il Servizio tecnico per l’archeologia subacquea diretto da Alessandro Asta, assieme all’Ufficio Circondariale Marittimo di Jesolo che ha emanato una specifica ordinanza a protezione dell’area.
Le indagini svolte tra il 2014 e il 2021, con il supporto sia dell’Arma dei Carabinieri (Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia) sia del Dipartimento di studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (équipe del professor Carlo Beltrame), hanno permesso di determinare che il relitto, che si trova a circa a un miglio della costa e a 8 metri di profondità, è lungo circa 40 metri e largo 10 metri, è composto dai resti di uno scafo in legno rivestito di lamina in rame e che, verosimilmente, apparteneva ad una imbarcazione di tipo militare legata ad una tecnica di progettazione inglese. Con il progetto Underwater Muse, nel 2020, un team di Ca’ Foscari è tornato sul relitto verificandone lo stato di conservazione e procedendo ad un rilievo speditivo, durante il quale era emersa anche una porzione della pompa di sentina ed altre tubature in piombo, oltre ad abbondante chiodagione appartenente allo scafo.
Vista la segnalazione di un secondo relitto di fronte a Cortellazzo, quest’anno, in accordo con l’amministrazione comunale, è stata avviata una nuova campagna di ricerca che ha permesso di ispezionare i resti dell’imbarcazione e di identificare alcuni punti d’interesse del relitto, compatibilmente con le difficoltà derivanti dalla copertura sabbiosa, e a realizzare un saggio di scavo trasversale all’asse ideale della nave, che ha consentito di attribuire i resti visibili ad una delle due fiancate del vascello mentre non vi sarebbe traccia visibile della chiglia. Sono stati individuati numerosi reperti, sia all’interno che all’esterno del relitto, appartenenti alle dotazioni di bordo ma solo alcuni frammenti di porcellana inglese del XIX secolo sono stati recuperati. La prospettiva ora è quella di proseguire le indagini anche perché i resti del relitto potrebbero appartenere alla stessa epoca della “Cannoniera Eraclea”, scoperta a metà degli anni ’90 del secolo scorso a poca distanza da questi nuovi reperti.
Quanto basta per porre le basi su un progetto di archeologia costiera. E ancora di rispondere ad alcune domande, per esempio cos’è successo di fronte alla costa jesolana oltre un secolo e mezzo fa e chi e perché ha fatto un naufragio lungo le coste sabbiose del Mort. «Quello avviato è un primo passo – spiega Alessandro Asta - per quello che ci auguriamo essere un lungo percorso condiviso dedicato al patrimonio culturale subacqueo della costa veneta. Ora ci aspetta un lavoro di equipe per rispondere a molte domande, analizzeremo le fonti e i reperti, non ci saranno degli Indiana Jones, anzi ci sarà la massima attenzione e tutela del sito».

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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