JESOLO - Una crociata vinta dopo più di dieci anni di contenzioso e che potrebbe rappresentare anche per altre zone litorali d'Italia un precedente: così gli albergatori di Jesolo commentano la sentenza del Tribunale di Venezia contro le indennità di occupazione richieste dal Demanio marittimo per una quarantina di immobili, tra alberghi e case private fronte mare, posti lungo il tratto che va da Piazza Guglielmo Marconi a Piazza Milano.
La causa comune era stata promossa contro i Ministeri dell'economia e dei trasporti e le Agenzie del Demanio e del Territorio per accertare se fosse legittimo o meno il pagamento dell'indennità di occupazione per gli stabili lungo la costa.
«Sono particolarmente soddisfatto di quanto stabilito ancora una volta dal Tribunale di Venezia - sottolinea Massimiliano Schiavon, presidente dell'Aja, illustrando oggi la sentenza dei giudici, che impone ai perdenti il pagamento di 30 mila euro di spese processuali - poiché questa pronuncia conferma quanto sia importante unire le proprie forze. Ciò che mi fa particolarmente gioire è il lavoro di squadra, l'aver creduto tutti insieme che saremmo riusciti a vincere contro un principio scorretto che richiedeva una verifica legale puntuale e ciò nonostante le ripetute domande di accertamento da parte dei proprietari».
Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 14:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA La causa comune era stata promossa contro i Ministeri dell'economia e dei trasporti e le Agenzie del Demanio e del Territorio per accertare se fosse legittimo o meno il pagamento dell'indennità di occupazione per gli stabili lungo la costa.
«Sono particolarmente soddisfatto di quanto stabilito ancora una volta dal Tribunale di Venezia - sottolinea Massimiliano Schiavon, presidente dell'Aja, illustrando oggi la sentenza dei giudici, che impone ai perdenti il pagamento di 30 mila euro di spese processuali - poiché questa pronuncia conferma quanto sia importante unire le proprie forze. Ciò che mi fa particolarmente gioire è il lavoro di squadra, l'aver creduto tutti insieme che saremmo riusciti a vincere contro un principio scorretto che richiedeva una verifica legale puntuale e ciò nonostante le ripetute domande di accertamento da parte dei proprietari».
