Emergenza insegnanti di sostegno. Porta il figlio disabile a scuola: «Tenuto solo un'ora, presa in giro»

Martedì 17 Settembre 2019
Emergenza insegnanti di sostegno. Porta il figlio disabile a scuola: «Tenuto solo un'ora, presa in giro»
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VIGONOVO (VENEZIA) - Il primo giorno di scuola non ha trovato alcun insegnante di sostegno ad accogliere il figlio gravemente disabile. Il preside aveva proposto alla mamma di lasciare il ragazzino in classe per un'ora e mezza, che detta così pare proprio una carità per poveri. Un tempo talmente risicato che ha deciso di tenerlo a casa, non senza la rabbia di un genitore che è stanco di dover fare battaglie per ogni cosa. Adesso le ore di permanenza a scuola sono diventate tre e se tutto procederà da domani dovrebbe iniziare a frequentare le lezioni.

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«Almeno per queste poche ore, anche se non so ancora se avrà l'insegnante di sostegno o se sarà seguito solo dall'operatrice socio sanitaria» dice Patrizia Rigato, 53 anni, di Vigonovo nel Veneziano, mamma di un ragazzino di 15 anni affetto dalla sindrome di Angelman. Un nome suggestivo, che fa pensare all'uomo angelo, ma che in realtà cela  una patologia gravemente invalidante. È infatti una malattia genetica rara che colpisce l'apparato neurologico, alla nascita i piccoli sembrano normali e solo con il trascorrere dei mesi manifestano i loro deficit. 
«Mio figlio cammina pochissimo e quasi non parla - prosegue la mamma - il suo caso lo conoscono eppure ad inizio anno per lui non c'era nessun insegnante di sostegno. Non siamo gli unici in questa situazione, noi genitori di ragazzini disabili siamo in contatto tra di noi e sono tantissimi gli studenti nelle stesse condizioni di mio figlio».
LE DIFFICOLTÀNelle parole di questa mamma tutte le difficoltà che incombono su un genitore di un bambino con handicap grave. «Lavoro con un contratto part-time a Padova e sono impegnata solo al pomeriggio - continua la mamma - ho diritto a tre giorni di permesso al mese previsti dalla legge 104 per assistere mio figlio, ma spesso non li utilizzo perché ancora sembra non essere chiaro che se mi assento al datore di lavoro non costo nulla. Quando sono a casa gestisco mio figlio e l'unico aiuto di cui dispongo è quello della nonna paterna, santa donna, finché ce la fa». In tutto questo ogni avvio d'anno scolastico è sempre un'incognita per il figlio che frequenta la terza media all'istituto comprensivo Galileo Galilei di Fossò. 
«È un ragazzo buonissimo non dà disturbo - prosegue il genitore - però senza sostegno non lo accolgono in classe. E posso anche capirlo, perché io sono la mamma e lo vedo così, ma il personale della scuola forse non vuole prendersi responsabilità. Posso contare solamente sulla rete famigliare, quello delle istituzioni sembra essere un grande girotondo che alla fine non dà nulla».
LE ISTITUZIONIParla senza remore Patrizia Rigato che dice di non temere più nulla: «Sono talmente stanca che non avrei paura nemmeno del diavolo se si presentasse alla mia porta».
E mentre non è ancora riuscita a dare al figlio una sistemazione per la frequenza delle lezioni, la sua mente corre veloce al prossimo anno scolastico. «Adesso è in terza media, ma devo darmi da fare per cercare una scuola superiore che lo possa accogliere il prossimo settembre, almeno finché non raggiunge l'età per accedere al centro diurno - continua la mamma - ammesso che me lo accolgano, perché anche lì ci sono tantissime domande. I giovani con disabilità grave sono molti. Magari la gente non se rende conto perché gravano solo sulla rete familiare. Alla fine però è tutto così faticoso e frustrante che noi genitori siamo davvero molto stanchi».
r.ian.

Ultimo aggiornamento: 12:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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