Seconda settimana di scuola ma in Veneto ancora senza prof per gli studenti disabili

Martedì 17 Settembre 2019 di Raffaella Ianuale
Seconda settimana di scuola ma in Veneto ancora senza prof per gli studenti disabili
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Siamo alla seconda settimana di lezione e gli insegnanti di sostegno non sono ancora arrivati nelle scuole venete. Finora i presidi dispongono del personale in ruolo, ma mancano i supplenti per i quali le nomine si stanno facendo in queste ore. Considerato che per il sostegno il personale è quasi tutto precario - perché di docenti con la specializzazione per insegnare agli studenti disabili non ce ne sono - le scuole sono scoperte. Ogni preside si sta organizzando come può: c'è chi accetta gli studenti con disabilità in classe per poche ore, chi dirotta i pochi docenti di sostegno ai casi più gravi privando però dell'aiuto gli alunni con disabilità più lieve e chi accorpa i ragazzini in gruppetti anche se le esigenze sono diverse. Per un fenomeno che ogni anno cresce, perché aumenta il numero di studenti con disabilità inseriti nelle scuole. Attualmente in Veneto sono 17mila gli iscritti con certificazione che  riconosce il loro handicap e la necessità di avere un docente di supporto, mentre sono 9.700 gli insegnanti di sostegno assegnati dall'Ufficio scolastico regionale del Veneto. Lo stesso assessore all'istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan, all'indomani dell'ingresso in classe, aveva denunciato i molti vuoti. Del resto per avere nuovi docenti specializzati bisognerà attendere due anni e alla fine saranno 500: questa la disponibilità dei numeri chiusi nelle Università di Padova e Verona. Poca cosa rispetto ai 2.500 docenti di sostegno che mancano in Veneto.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO«Gli insegnanti di sostegno non sono ancora giunti, ma anche quando arriveranno non saranno sufficienti perché abbiamo avuto tagli pesanti dei posti in deroga. Noi scriviamo tutti i giorni agli uffici scolastici territoriali per ottenere la copertura, ma più di questo non possiamo fare» conferma Federica Silvoni dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Albignasego, in provincia di Padova, che accoglie 2.350 studenti. Tra questi ci sono 43 alunni portatori di handicap alle primarie e 29 alle scuole medie. «Sulla base dei primi riscontri abbiamo avuto un taglio di 6-7 docenti di sostegno alla primaria e 3-4 alla secondaria di primo grado - spiega la preside che è rappresentante dell'Anp l'Associazione nazionale presidi - noi abbiamo deciso di non lasciare nessuno a casa da scuola, ma finora ho dirottato gli insegnanti di sostegno di ruolo di cui dispongo ai casi più gravi, lasciando privi o con meno ore i ragazzini con disabilità più lieve. Questi ultimi a regime però potranno avere solamente 6 ore di sostegno alla settimana alla primaria e 4,5 ore alla media, che è davvero molto poco». Perché si tratta di ragazzini con ritardi di apprendimento o disturbi nelle abilità scolastiche che se supportati possono ottenere buoni risultati.
IL MECCANISMOOgni anno a giugno le scuole inviano agli Uffici scolastici territoriali per ogni ragazzino con disabilità una domanda e un progetto. Sulla base di questo vengono assegnate le ore di sostegno. Non essendoci più docenti specializzati - le province con particolari sofferenze sono Venezia (ne mancano 1.595), Vicenza (1.508) e Treviso (1.294) - bisogna attendere che si facciano le nomine dei supplenti per i posti comuni. E poi gli insegnanti che non hanno ottenuto incarichi vengono spostati al sostegno. «Tutte operazioni che occupano le prime tre-quattro settimane di scuola, mentre noi chiederemmo di avere gli insegnanti fin dal primo giorno» spiega Ruggero Mason, della Fish - Federazione italiana per il superamento dell'handicap - e referente del Coordinamento autismo veneto. «Quest'anno registriamo una riduzione generalizzata delle ore di sostegno date ai ragazzini con disabilità - prosegue - anche i casi più gravi non avranno la copertura totale». Con pochi insegnanti i ragazzini vengono quindi spesso affidati solo agli Oss: gli operatori socio-sanitari forniti dalle Ulss. «Il Veneto è tra le regioni con il maggior numero di ragazzini disabili per insegnante di sostegno» e, pur avendo apprezzato l'interessamento dell'assessore Donazzan, Mason invoca «un'azione più corale dell'amministrazione, anche a livello locale: desidereremmo che più sindaci si muovessero perché noi genitori spesso rimbalziamo contro muri di gomma e siamo esauriti». 
Raffaella Ianuale

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