VENEZIA - L'aveva già messo in atto a Venezia. Una volta trasferito a Pesaro, avrebbe ripreso il vecchio copione di barattare la sua funzione di direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate con benefici per sé e per i familiari in cambio di addomesticamenti e sconti nei confronti di imprenditori finiti sotto accertamento fiscale. L'hanno chiamata Operazione Concilia, ed è la storia dell'ex direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Pesaro Elio Borrelli, oggi 65enne, il quale nel 2017 aveva contattato personalmente sette imprenditori al vaglio dell'ufficio, concordando «sconti e adesioni leggere» in cambio di assunzioni o contratti a tempo determinato per parenti vari o persone a lui vicine.
L'ammontare dello «sconto» ottenuto dagli imprenditori, in base all'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, che si è avvalsa dell'Audit centrale del Fisco, è stato di 1,2 milioni di euro con evasione di tasse per 480mila euro. Elio Borrelli venne arrestato nel 2017 per ordine della magistratura di Venezia per aver realizzato lo stesso sistema: abbattimento degli accertamenti in cambio di utilità per il direttore. Il quale non immaginava che al momento del suo trasferimento a Pesaro era sotto intercettazione della Finanza di Venezia perché gli inquirenti prevedevano la replica del «protocollo» Borrelli anche nella città marchigiana. Secondo le Fiamme Gialle, «le richieste dell'ex direttore si sono concretizzate, prevalentemente, nel far ottenere o promettere assunzioni lavorative, molte delle quali concluse con l'ottenimento del posto di lavoro o del contratto di collaborazione» a parenti o persone a lui vicine , «garantendo forti abbattimenti di base imponibile o di imposta a carico degli imprenditori, con la redazione di atti illegittimi di conciliazione e/o la creazione di rapporti privilegiati di confidenza e amicizia, lasciando intendere prospettive di futuri favori e utilità». Gli amministratori e i consulenti delle imprese coinvolte, molti dei quali residenti in altre province della Marche e in Campania, hanno avuto «sempre e solo i rapporti con l'ex direttore senza il coinvolgimento di altri funzionari dell'Agenzia». Gli atti sono stati trasmessi anche alla procura Regionale della Corte dei Conti di Ancona.