VENEZIA Incrementi da record per le strutture ricettive della provincia veneziana. Secondo il dato diffuso da Assoutenti su base Istat, Venezia ha fatto segnare un +24,7 per cento di aumento delle tariffe medie di hotel ed extraalberghiero.
IL CONSIGLIO
Una polemica che si innesta nel concetto di “chi troppo vuole nulla stringe”, continua il presidente: «Albergatori ed esercenti non tirino troppo la corda, perché terminato il periodo estivo che porta visitatori dall’estero, le loro strutture con rincari a questo livello rischiano di rimanere deserte nei prossimi mesi». Sebbene sia difficile ipotizzare che una città come Venezia non richiami più turismo a causa dei prezzi troppo elevati, il concetto può esser valido per il resto del territorio.
I RINCARI
Non nasconde l’aumento dei prezzi il direttore dell’Ava - Associazione veneziana albergatori Claudio Scarpa, il quale da tempo spiega che il post covid ha portato a “extra guadagni” che in realtà si innestano in un contesto di investimenti perché tanti imprenditori stanno restaurando le strutture, generando a cascata lavoro nel settore per gli artigiani. Oltre a questo Scarpa chiarisce: «Abbiamo certamente assistito a un aumento dei prezzi rispetto alla fase pre pandemia: si tratta di un aumento medio di circa il 20 per cento in alta stagione, più basso in questi mesi estivi. Aumenti dovuti al sistema inflazionistico elevato e alla bolletta energetica che ha colpito moltissimo le imprese alberghiere di Venezia. Un esempio su tutti, il costo delle lavanderie che hanno legato i prezzi agli indici della borsa di Amsterdam. Un costo che incide notevolmente nel bilancio del nostro settore e che ha costretto gli alberghi ad adeguare i prezzi». L’analisi si sposta anche sulla provenienza dei turisti: «Tutto ciò però riguarda solo in maniera marginale i visitatori italiani. Le percentuali, infatti, per quanto riguarda la provenienza sono tornate molto vicine a quelle pre-pandemia e sono pochi gli italiani a venire in città. Le strutture di Venezia hanno il 90