Venezia. L'addio a Tullio Cardona, un giornalista che amava la sua Venezia: tanti amici ed esponenti delle istutizioni a dargli l'ultimo saluto

I funerali del compianto collega del nostro giornale: «Sapeva indicare i problemi, ma anche rappresentare la volontà dei veneziani di resistere e risolverli»

Giovedì 29 Giugno 2023 di Lorenzo Mayer
La chiesa gremita durante il funerale di Tullio Cardona

VENEZIA - «Tullio Cardona, un giornalista che amava la città non solo attraverso la scrittura, ma anche con le azioni concrete. Un uomo che Venezia la viveva». Così è stato ricordato ieri lo storico collaboratore de Il Gazzettino, morto nei giorni scorsi all'età di 67 anni.

E tutta la città che lui amava e frequentava, sempre con disponibilità e spirito propositivo, ha voluto rendergli omaggio e tributargli il suo "grazie", ognuno per motivi diversi, riempiendo la chiesa di San Nicola da Tolentino, a due passi da piazzale Roma.

CHIESA GREMITA

C'erano il direttore de Il Gazzettino, Roberto Papetti, il delegato del sindaco alle Tradizioni Giovanni Giusto, con la fascia tricolore in rappresentanza della città, i consiglieri comunali Cecilia Tonon e Aldo Reato, nonché il presidente della municipalità di Venezia-Murano-Burano, Marco Borghi.

Tra i moltissimi presenti anche il direttore di Vela, Fabrizio D'Oria, segretario del comitato cittadino del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, l'ufficio regate al completo con in testa il dirigente Manuele Medoro, l'amico speaker Paolo Levorato, con cui Tullio ha condiviso centinaia di regate. E c'erano anche gli amici, giornalisti e collaboratori della redazione di Venezia de Il Gazzettino, l'ex sindaco Ugo Bergamo e l'ex assessore regionale Cesare Campa, Nicola Funari e tanti altri a testimonianza di come l'impegno di Tullio abbia attraversato varie fasi e momenti anche diversi della vita della città. In chiesa anche molti rappresentanti del mondo delle regate e delle associazioni benefiche lagunari, tra le quali la "Biri Biri" a cui Cardona era profondamente legato.

La celebrazione è stata officiata da padre Sergio Zanchin, novantenne francescano dell'ordine dei Frati minori conventuali. Tutti si sono stretti attorno alla moglie di Tullio, al figlio, ai fratelli e ai nipoti. «Il fatto che così tante persone abbiano voluto essere presenti oggi ha detto padre Zanchin nell'omelia - è una testimonianza concreta dell'amicizia e dell'affetto di cui era circondato. Tullio amava la sua città e grazie al suo lavoro ha saputo raccontare gli avvenimenti più significativi».

Alla fine della celebrazione funebre ha preso la parola l'astrofisico Fabrizio Tamburini: «Voglio ricordare Tullio come un fratello - ha detto -, ma soprattutto come un uomo che sapeva realizzare i sogni».

I RICORDI

A margine della cerimonia tanti ricordi. «Ogni domenica la passavamo insieme - ha commentato Giovanni Giusto - Io a sostenere, lui a raccontare gli eventi sull'acqua».
Anche Marco Borghi ha parlato di una grande perdita per Venezia: «Tullio era un veneziano capace di descrivere perfettamente i problemi della città, non solo quelli più importanti, ma anche quelli più piccoli e quotidiani. Sapeva indicare i problemi, ma anche rappresentare la volontà dei veneziani di resistere e risolverli».

A Roberto Panciera, Cardona aveva affidato la prefazione de "L'Osteria della Memoria", il suo ultimo libro: «Siamo diventati amici quando ho fatto l'assessore e la nostra amicizia è cresciuta in questi anni a dismisura. Tra i tanti bellissimi ricordi delle tante cose fatte assieme, regate, eventi, riunioni e incontri. È stato un grande onore per me scrivere la prefazione del suo libro, anche se temevo di non soddisfare il suo fine "palato linguistico": invece gli era piaciuta e non ha toccato neanche una virgola».

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