Franco e Simone nell'aereo della morte
«Un boato e poi un'ala si è staccata»

Lunedì 6 Febbraio 2012 di Giuseppe Babbo
Franco "Franc" Borin e Simone Conte
VENEZIA - Abbiamo sentito un boato, ma nulla comunque che facesse presagire una tragedia simile ricordano le famiglie residenti nella zona di Caposile (Venezia), vicino all’aviosuperficie in cui avvenuta la tragedia che è costata la vita a Franco "Franc" Borin e a Simone Conte. La voglia di commentare il tragico incidente è poca, la stesso vale anche per gli automobilisti che si fermano a lato della strada: «Abbiamo sentito un boato, subito abbiamo pensato che potesse essere caduto un ultraleggero, ma mai avremmo immaginato un incidente di queste dimensioni». Il pensiero comune della gente è stato infatti che l’incidente fosse meno grave: «Pensavamo davvero a qualcosa di più leggero, poco è arrivata l’autoambulanza e quindi di vigili del fuoco. Dopo poco sono arrivare le prime notizie: si tratta di una tragedia terribile». Poi lo spazio è solo per il silenzio.



Nella tragedia dei cieli hanno perso la vita un noto imprenditore jesolano e un ragazzo di 18 anni. È accaduto alle 15.40 di ieri in un terreno agricolo vicino all'aviosuperficie "Papere Vagabonde" di Caposile. Le vittime sono Franco Borin, jesolano di 45 anni, molto conosciuto in città e con molte ore di volo alle spalle, e Simone Conte, 18 anni, residente a Povegliano, in provincia di Treviso.



I due, dopo aver passato parte della mattinata con gli altri soci dell'aeroclub, sono saliti sull'ultraleggero di proprietà di Borin, un Pioneer 300, per compiere quello che tecnicamente viene definito come "passaggio a volo livello" sopra l'aviosuperficie. Un volo come tanti altri, da compiere sopra il piccolo aeroporto e durante il quale magari scattare qualche foto suggestiva.



Poco dopo il decollo il velivolo, arrivato a un'altezza di circa 300 metri, ha iniziato a perdere quota, a girare su se stesso e a precipitare verticalmente fino a schiantarsi in un campo a circa un chilometro dalla pista di decollo. Il Pioneer subito dopo l'impatto al suolo si è incendiato, i due occupanti sono morti praticamente sul colpo. In base ai primi accertamenti non è escluso che alla base dell'incidente ci possa essere un cedimento strutturale dell'ultraleggero.



A cercare di spiegare gli ultimi istanti di volo è l'istruttore di volo Erich Kustatscher: «Era una giornata normale - ha detto -. Ci siamo trovati a pranzare assieme, poi attorno alle 15 Franco e il ragazzo sono saliti sull'aereo per fare un volo. Dopo un po’ abbiamo sentito un botto e successivamente abbiamo visto un'ala staccarsi: a quel punto l'aereo ha iniziato a girarsi in vite. Tutti abbiamo urlato di tirare fuori il paracadute, ma purtroppo non è stato così. Il velivolo è caduto a circa un chilometro di distanza dall'aviosuperficie. Ora ci sarà da capire perché c'è stato quel cedimento».



I resti dell'ultraleggero sono stati posti sotto sequestro mentre le salme di Franco Borin e Simone Conte sono state ricomposte nella camera mortuaria dell'ospedale di Jesolo.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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