Scontro Elton John-Brugnaro: i schei
Venezia non riesce mai a incassarli

Giovedì 20 Agosto 2015 di Michele Fullin
Scontro Elton John-Brugnaro: i schei Venezia non riesce mai a incassarli
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Venezia sedotta e abbandonata. Non sempre le star che l’hanno usata come palcoscenico ricavandone grandi vantaggi dal punto di vista dell’immagine hanno poi ricambiato a dovere. Né la città è sempre stata all’altezza di gestire un certo tipo di contatti.

Un caso emblematico è quello dello sfruttamento dei diritti legati ad una canzone che nel 2008 i Simple Minds ed Elton John promisero alla città. Nulla risulta dalle carte del Comune e dagli stessi uffici che all’epoca trattarono la questione. Gli artisti manifestarono effettivamente la disponibilità a cedere parte dei loro diritti d’autore alla città, ma fu il Comune a non dare seguito a queste dichiarazioni di volontà. Certo è che Elton John mise a disposizione le due riprese video fatte in piazza San Marco di "Your Song" e "Philadelphia Freedom". I Simple Minds misero invece a disposizione gli incassi che sarebbero arrivati dalla vendita di "New Gold Dream" registrata a Venezia e posta in vendita a 4 euro sul sito web della band. Entrambi, è giusto ricordarlo, suonarono gratis e lasciarono gli incassi al Comune.

In quegli anni, però, ci fu l’avvicendamento tra le amministrazioni Cacciari e Orsoni. Quest’ultimo decise di chiudere l’Ufficio Marketing del Comune, che da anni si occupava di reperire sponsor e di sfruttare come si poteva il famoso "Marchio di Venezia" creato da Philippe Starck, per evitare il doppione con la società Venezia Marketing & Eventi (oggi assorbita in Vela). E il risultato fu quello di perdere il treno del possibile sfruttamento dei diritti su canzoni famose. D’altronde, più che con gli artisti, l’amministrazione avrebbe dovuto prendere contatti con i manager. Cosa che evidentemente non è stata fatta.



Dal concerto di Elton John furono ricavati circa 62mila euro, al netto delle spese. E l’intera iniziativa Sms Venice, che avrebbe dovuto finanziare con i concerti promossi tra il 2008 e il 2009 dall’organizzatore Fran Tomasi i restauri della piazza, dei Giardinetti e di altri monumenti, raccolse in due anni 481mila euro. Questo perché l’organizzazione dei concerti, anche se i due artisti rinunciarono al cachet, fu comunque onerosa rispetto al ricavato a causa della limitata capienza della piazza, allora occupata a metà dal cantiere per il consolidamento delle fondamenta del campanile di San Marco. I costi per l’allestimento di palco e servizi erano molto alti e a questo si aggiunsero gli elevatissimi cachet ad Andrea Bocelli, che deluse il pubblico, e il parziale fiasco di altri spettacoli, che non incontrarono il favore previsto e che avevano molto da guadagnare (loro) ad essere in scena a Venezia.



Questa vicenda mostra con ogni evidenza come non sia sufficiente tirare "fora i schei", come ha suggerito il sindaco a Elton John che lo ha pesantemente criticato per la scelta di togliere le favole per l’educazione di genere dagli asili comunali. Occorrono anche progetti, capacità di gestire contatti e soprattutto di tutelare e sfruttare il nome di Venezia che è uno dei "marchi" (gli aziendalisti direbbero "brand") più conosciuti al mondo. Eppure la sua gestione non ha fino ad ora fruttato alla città che poche briciole: mezzo milione.
Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 17:49

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