Coronavirus, da Dolo una speranza di cura "promossa" anche da Ilaria Capua

Giovedì 30 Aprile 2020 di Maurizio Dianese
Ilaria Capua
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«Stiamo facendo dei grandissimi passi avanti. È proprio di qualche giorno fa il ritrovamento del virus nel cuore da parte del gruppo della professoressa Aloisio di Pavia e poi abbiamo anche un altro studio, molto interessante, fatto dal gruppo del dott. Rigo, in Veneto, sull’uso di eparina per combattere dal punto di vista clinico questa infezione». Così la dottoressa Ilaria Capua, che dall’America segue con estremo interesse due studi italiani, uno di Pavia e uno di Dolo, ospedale specializzato nel trattamento dei pazienti da Covid-19. Ilaria Capua ha ricevuto giorni fa dal gruppo coordinato dal primario di Cardiologia, il dott. Fausto Rigo, una dettagliata relazione su 170 casi e in particolare su un caso clinico, quello di una donna di 50 anni, che è stata curata solo con anticoagulanti e antiaggreganti ed è guarita dal coronavirus. Del resto i medici di Dolo, ospedale dedicato al coronavirus, Eleonora Secco, Matteo Ziliotto e Manuele Nizzetto, hanno messo a punto una strategia di aggressione al virus grazie ad una intuizione proprio del dott. Rigo che già agli inizi di marzo aveva osservato come i pazienti che morivano di polmonite da Covid 19 in realtà avessero anche una forte compromissione dell’apparto cardiocircolatorio. In particolare era stato osservato che la coagulazione aumentava in modo esponenziale, arrivando a quattro volte quella normale, quando il virus attaccava il paziente. 
E la coagulazione del sangue portava alla formazione di trombi che poi bloccavano la circolazione nei polmoni, attaccandoli entrambi e portando il paziente molto rapidamente alla morte. E così pneumologi e cardiologi, rianimatori, internisti, medici del pronto soccorso e geriatri, coordinati da Rigo hanno iniziato a somministrare una terapia a base di dosi notevoli di eparina per evitare la formazione di trombi. 

ANTICOAGULANTI
Pare proprio, infatti, che il virus non faccia in tempo a coagulare il sangue, se si trova la strada sbarrata dagli anticoagulanti, e quindi abbia molte più difficoltà ad attaccare anche i polmoni. È una strategia terapeutica che non funziona nel 100 per cento dei casi, ma che è molto promettente nei pazienti sotto i 60 anni di età. Tant’è che è stato osservato come alcuni pazienti che erano già in cura con antiaggreganti in quanto cardiopatici, reggono meglio lo scontro con il coronavirus. In ogni caso ormai è accertato che il Covid 19 attacca contemporaneamente cuore e polmoni, ma aggredirlo con farmaci che si utilizzano per le cardiopatie dà più risultati che se lo si aggredisce sul fronte dei polmoni. L’equipe coordinata dal dott. Rigo in quello che, grazie a una felice intuizione del Direttore sanitario dell’Ulss Serenissima, Michele Tessarin, è diventato un polo cardio-polmonare anti Covid-19 unico nel Veneto, aveva anche subito capito che per arrivare in tempo a soccorrere il malato bisognava fare una diagnosi tempestiva dei fattori di coagulazione e di pressione nei polmoni e a Dolo serviva dunque un ecografo cardiopolmonare ad elevata risoluzione in grado di monitorare i parametri funzionali cardio-polmonari di ogni singolo paziente. L’apparecchiatura è arrivata in un battibaleno – meno di una settimana - grazie ad una tempestiva donazione di Confindustria Venezia con la collaborazione dell’associazione Amici del Cuore di Mestre e dal momento in cui Dolo ha iniziato a trattare i pazienti anche con questi farmaci, le morti, nei pazienti giovani, si sono ridotte. E, dunque, senza quell’ecografo e senza il trattamento a base di eparina, chissà quanti pazienti, e tra questi la cinquantenne di Chioggia, sarebbero morti. 
APPROCCIO TERAPEUTICO
L’unico rammarico è che questo approccio terapeutico non sia stato sperimentato in tempo con altri pazienti in altri ospedali dal momento che pare proprio che, nei pazienti giovani, questa terapia farmacologica funzioni molto bene. Ecco il motivo per il quale la nota virologa Ilaria Capua ha citato il dott. Fausto Rigo nel corso del programma di Giovanni Floris “di martedì” su la7 ed ecco perché lo studio del gruppo di Rigo è stato inviato anche all’Imperial College di Londra, con il quale è in corso una collaborazione scientifica, mentre attende la pubblicazione su Lancet, la più prestigiosa rivista scientifica a livello mondiale.
Maurizio Dianese
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Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 10:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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