“Io Apro”: niente sanzioni per i pochi "duri", c'è chi ha fatto risuonare la marcia funebre

Sabato 16 Gennaio 2021 di Michele Fullin
Controlli, la polizia di fronte al Quebrado in Lista dei Bari
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VENEZIA Alla fine, coloro che hanno avuto il coraggio di portare avanti l’azione di protesta scandita da migliaia di pollici sollevati nel tam tam dei social, sono stati davvero pochi: a Venezia sono stati solamente due esercenti, di cui solamente uno ha aderito a #ioapro e un altro ha organizzato una cena privata. A Mestre solo un locale ha tenuto aperto e in serata è arrivata la polizia che ha intimato di chiudere. Sul territorio provinciale ci sono state aperture a macchia di leopardo, per lo più di qualche ora: il bar Ora Matta a Martellago; Quattro Forchette a Marcon (dove i carabinieri sono arrivati prendendo le generalità di tutti) e il bar Al Capriccio a Salzano.

Ha aperto per richiudere subito il bar pasticceria Maria Pia a Martellago, mentre l’osteria Ceola a Mestre ha tenuto accese le luci «proponendo attraverso le casse esterne una playlist di marce funebri». Ha tenuto invece chiuso, nonostante fosse pronto a metterci la faccia, le Petit ristobar di Camponogara.


NIENTE MULTE
La scarsa adesione (scoraggiata dalle stesse associazioni di categoria) ha consentito di evitare sanzioni pesanti per gli esercenti che hanno servito l’aperitivo o la cena. I controlli annunciati dalla Prefettura ci sono stati da parte di tutte le forze dell’ordine in campo, ma senza multe. Evidentemente, dopo aver evitato con la minaccia del pugno di ferro un’apertura di massa sul territorio, alla fine si è preferito usare il guanto di velluto. Una scelta politica ben precisa, che però è stata valida solo per ieri. Oggi, con l’entrata in vigore delle nuove regole (zona arancione e locali chiusi), la musica dovrebbe cambiare.
A Venezia, dicevamo, solo un esercente ha tenuto aperto sfidando decreti e ordinanze: il bacaro Quebrado in calle larga dei Bari, a Santa Croce, proprio dietro riva de Biasio. Il titolare Alvise Ballarin lo aveva annunciato urbi et orbi il giorno precedente e ieri alle 17.30 era pronto per il servizio serale. Tavolini ben distanziati con gel igienizzante, pochi posti all’interno e un poco alla volta sono passati i primi avventori. Tutte persone animate da spirito di solidarietà nei confronti della protesta che ieri si è svolta in tutta Italia con il movimento #ioapro.
QUEBRADO
«Cosa devo fare? Ho aperto questo bar sei anni fa, là dove c’era un negozio di maschere - racconta Ballarin - e in poco tempo credo di aver conquistato il cuore di veneziani e turisti, visto che su Tripadvisor siamo all’ottavo posto su oltre 1300 locali censiti a Venezia. Io - continua - sono qui per lavorare, per dar da mangiare a mia figlia che è nata due giorni fa. Voglio rispettare la legge ma non è possibile andare avanti così. Ho sei dipendenti in cassa integrazione, che stanno aspettando i soldi di novembre. Io non me la sento di abbandonarli».
Tra gli avventori, che verso le 19 avevano occupato tutti i tavolini a disposizione, c’era un gran senso di vicinanza all’esercente e avversione alla chiusura generalizzata di tutto. Dopo le 20, però, sono arrivati in tanti e, come spesso capita c’era di tutto: gente che non rispettava le regole e anche maleducati. 
«Sono deluso e amareggiato - conclude Ballarin - quando è arrivata la Digos avrei chiuso comunque per la maleducazione della gente. Non vale la pena lavorare così».
La polizia aveva ricevuto decine di telefonate, ha fatto chiudere e dopo aver fatto una relazione se n’è andata senza staccare multe. 
BACARRETTO
Differente la scelta di Marco Accardi, gestore del ristorante siciliano “Baccarretto”, a due passi da campo Santa Maria Mater Domini, sempre nel sestiere di Santa Croce. Ha scelto di non aprire per non prestare il fianco a polemiche, ma ha organizzato un evento privato, un ristretto numero di invitati che durante la cena erano collegati via Zoom con altri locali, avvocati ed esperti.
«Siamo consapevoli del fatto che la situazione sanitaria è complicata - ha concluso Marco - ma ci sono tante cose che non tornano. Sappiamo della possibilità di una multa e lo sanno anche i nostri invitati. Se verranno le forze dell’ordine saremo collaborativi, non c’è dubbio».
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Ultimo aggiornamento: 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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