Covid, l'allarme continua: non è ancora finita, tornano a risalire i contagi

Mercoledì 16 Marzo 2022 di Alvise Sperandio
1.400 TAMPONI AL GIORNO Un test al “drive”
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VENEZIA - Tornano a crescere i contagi da Covid, mentre la situazione pandemica si sta, in un certo senso, “riassestando”. «In questo momento la variante Omicron e le sue due sottovarianti si dividono equamente, un terzo per ciascuna, i casi di positività», spiega Vittorio Selle, direttore del Servizio d’Igiene e Sanità pubblica dell’Ulss 3 Serenissima.

Che i contagi abbiano ripreso a correre lo dicono i dati: sui 1.300-1.400 tamponi eseguiti al giorno, il tasso di positività è ora del 13,5%, non poco. Inoltre, sempre nell’ambito dell’Ulss 3, se la media giornaliera dei nuovi positivi era di 520 persone nella prima settimana di marzo, nella seconda settimana è salita a 610. 


1.501 NUOVI POSITIVI
I numeri sono in crescita anche sul bollettino di Azienda zero della Regione, che riguarda l’intera provincia, comprendendo anche l’Ulss 4 del Veneto orientale: 1.501 i nuovi contagiati riportati ieri, mentre gli attualmente positivi sono ritornati sopra quota 10mila, precisamente 10.649. Aggiunge Selle: «Nella nostra Ulss ci sono 6.194 persone in quarantena su 6.948 attualmente positivi. Ma è un fenomeno territoriale, che ci impegna sul versante del tracciamento dei contatti, con lo screening, e della vaccinazione, senza incidere sulle ospedalizzazioni». I ricoveri in provincia sono adesso in tutto 131, appena qualche unità in più della scorsa settimana, con tre terapie intensive. «Quanto alle scuole – riprende ancora Selle – ci sono 598 studenti in quarantena con 278 classi coinvolte da un provvedimento: di queste, solo 34 sono "focolai", cioè hanno più di cinque casi nelle materne e alle elementari o più di tre casi alle medie e alle superiori».


LE POSSIBILI CAUSE
Insomma, il quadro è di un generale aumento delle infezioni, senza però che questo crei grosse problematiche per le strutture sanitarie. Ma qual è la ragione di questa ripresa dei contagi? «Ancora non si può dire che il virus sia passato da una situazione pandemica, cioè emergenziale, a una endemica, cioè di convivenza ordinaria: infatti, lo scaturire delle due sottovarianti che hanno una maggiore diffusività, conferma questo dato- chiarisce Selle -. È una sommatoria di fattori: un po’ incide il clima, visto che negli ultimi giorni abbiamo avuto temperature più basse<, e c’è poi la questione del turismo, soprattutto in centro storico. Dopodiché probabilmente inizia a farsi sentire l’effetto dell’alleggerimento delle limitazioni, incontri e contatti sociali sono aumentati. E infine, forse, c’è anche l’aspetto della riduzione dell’attenzione mediatica. Purtroppo adesso c’è la guerra, se prima si parlava solo di Covid, ora è in secondo piano. Questo potrebbe aver portato a mollare un poco la presa sulle cautele da osservare nella vita di tutti i giorni. Ma la mascherina al chiuso o in caso di assembramenti anche all’aperto, le distanze e l’igienizzazione delle mani, restano regole basilari fondamentali».
Di Covid, peraltro, si continua a morire. La casella dei decessi si è mossa anche negli ultimi giorni: ora in totale, in provincia, sono 2.437. Ancora, per le statistiche: in due anni di pandemia si sono contagiati 226.330 veneziani, pari a circa un quarto dell’intera popolazione. Mentre i negativizzati, che non sempre vuol dire guariti, sono 213.244.
 

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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