Vacanze, test a tappeto. 100 turisti veneti tornati col Covid dai Paesi a rischio

Domenica 6 Settembre 2020 di Nicola Munaro
OPERAZIONE TAMPONI I controlli sui passeggeri in arrivo a Venezia di ritorno dalle vacanze
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VENEZIA Lo 0,5%. Che però calcolato su oltre 20mila persone, vuol dire più di un centinaio di veneziani di rientro in Veneto da Spagna, Malta, Croazia, Grecia e Sardegna, positivi al coronavirus dopo il tampone effettuato all’aeroporto di Tessera e nei cinque laboratori sul territorio aperti dall’Ulss 3 Serenissima.
Tutte persone, i positivi, che dopo l’esito del test hanno fatto scattare la procedure di emergenza: dall’immediata quarantena per loro, all’indagine epidemiologica sui parenti stretti e contatti. Tradotto, altri tamponi e isolamenti da contatto. È il conto di tre settimane di controlli effettuati dai medici dell’Ulss dopo che il Governo ha inserito i quattro paesi nella lista delle località a maggior rischio di contagio - rendendo obbligatori i test per chi torna da quei luoghi di villeggiatura - e da quando, poco dopo, la Regione Veneto ha caldamente consigliato la stessa procedura ai veneti di rientro dalla Sardegna, divenuta in questa fine estate all’epoca di Covid, focolaio d’Italia.
I DATI
Dal sabato di Ferragosto, quando sono stati aperti i cinque punti sul territorio e la postazione in aeroporto, sono state 20.051 le persone sottoposte a tampone, di cui 15.004 al Marco Polo, dove l’Ulss 3 Serenissima opera in collaborazione con Save. «È stata data una risposta immediata ai viaggiatori che rientravano dai quattro paesi per i quali le normative hanno introdotto l’obbligo di tampone al rientro, e cioè Grecia, Spagna, Croazia e Malta», precisa l’Ulss. Da giovedì 27 agosto, poi, sono state accolte anche le persone di rientro dalla Sardegna, sia nelle sedi sul territorio, sia al Marco Polo. Viaggiatori per cui, come detto, non c’è l’obbligo del tampone al rientro, che è quindi facoltativo; sono però moltissime le persone che, con senso di responsabilità, si stanno sottoponendo al test: fin qui 2.401, di cui 1.748 in aeroporto. 
IL PROTOCOLLO
La procedura è standard, con gli operatori dell’Ulss 3 a disposizione di chi sbarca dai voli. 
Al Marco Polo le postazioni dell’Ulss Serenissima hanno lavorato e lavorano 24 ore su 24, a disposizione di tutti i voli interessati. I passeggeri in arrivo possono quindi decidere di fare il loro test non appena sbarcati dall’aereo, oppure di rientrare a casa e rivolgersi entro le 48 ore successive alle postazioni sul territorio.
Si tratta, a differenza di quanto previsto dal Governo per i test sul personale docente e non docente della scuola, non di test sierologici ma di veri e propri tamponi: l’obiettivo, quindi, è quello di individuare la positività al Covid di ritorno dalle vacanze e, non, l’eventuale contagio passato. Gli operatori sanitari, quindi, eseguono sui passeggeri il test naso-faringeo. E dopo i primi giorni in cui l’esito veniva comunicato attraverso un messaggio sul cellulare, l’azienda sanitaria ha introdotto i “test rapidi” che, sempre con il tampone, danno l’esito in meno di mezz’ora. Differenza non da poco dal momento che grazie al test rapido, il passeggero lascia Tessera sapendo già del proprio destino sanitario. 
Chi non vuole effettuare il test al Marco Polo, deve rivolgersi ai laboratori sul territorio (nella sede distrettuale di Favaro Veneto; all’ex Giustinian a Venezia; nella sede distrettuale di Noale; all’ospedale di Dolo e all’ospedale di Chioggia), aperti tutti i giorni dalle 7 alle 13, senza prescrizione o impegnativa. Setacciando i numeri dei laboratori, Favaro è stato il più impegnato con 1.578 tamponi eseguiti, seguito da Noale (1.033) e dall’ospedale di Dolo (946). A Venezia le persone testate all’ex Giustinian sono state 451, all’ospedale di Chioggia 313. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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