Vigonovo. Migliaia di persone e cinquanta sindaci al corteo per Giulia: «E' già diventata la figlia di tutti»

Gli organizzatori ieri sera avevano preparato 1500 candele, ma non sono bastate

Lunedì 20 Novembre 2023 di Alda Vanzan
La piazza di Vigonovo

VIGONOVO (VENEZIA) - Signor Cecchettin, come fa ad avere questa forza? «A qualcosa bisogna aggrapparsi. Anche per gli altri due miei figli». Sono le sei e mezza del pomeriggio quando il papà di Giulia esce dal municipio di Vigonovo, in mano una rosa bianca e una candela. È con Elena, la sua primogenita. Attorno a loro una cinquantina di sindaci, tutti con la fascia tricolore: Luca Martello di Vigonovo, Michela Lazzaro di Saonara, il vicino paese padovano dove Giulia ha studiato da piccola, Marco Rigato di Torreglia. C'è la consigliera regionale Silvia Maino, in rappresentanza di Penelope, l'associazione che affianca le famiglie delle persone scomparse. Si attende la deputata Martina Semenzato, che nel pomeriggio è andata a far visita alla famiglia. In corteo si vedranno altri politici, i parlamentari Giorgia Andreuzza e Alessandro Zan, la consigliera veneta Roberta Vianello. Le forze dell'ordine, i vigili del fuoco. E decine e decine di volontari della Protezione civile con le loro tute gialle. «A Giulia. E a tutte le donne come lei», dice Gino Cecchettin prima che la fiaccolata inizi.

Non sa che in fondo al corteo ci sarebbe stato anche Nicola Turetta, il papà di Filippo, con la moglie e che lo zio di Giulia, Andrea, l'avrebbe abbracciato: "Lui e la moglie sono due persone provate, con un enorme dolore".


SILENZIO
L'hanno organizzato in una manciata di ore questo corteo silenzioso in memoria della ragazza cercata per una settimana e infine trovata, cadavere, in un canalone, i segni delle coltellate sul collo e sul corpo. Si sapeva che l'iniziativa sarebbe stata partecipata, ma non così. Non con questo dolore silenzioso per la perdita di una ragazza diventata "la figlia di tutti". Chi dice settemila persone, chi ne stima diecimila, una marea di donne e uomini, ragazzi e bambini, vecchi e vecchie che faticano a camminare, ma che volevano esserci. Gente di Vigonovo e dei Comuni vicini. Una mamma e la figlia sono partite da Torreglia, il paese dell'ex fidanzato ora agli arresti per l'omicidio di Giulia: «Noi Filippo lo conoscevano, chi mai avrebbe immaginato che finisse così».
È una fiaccolata silenziosa, senza slogan né musica, senza bandiere e neanche preghiere, anche se in tanti la chiamano processione. Gli organizzatori avevano preparato 1.500 candele, non sono bastate. Il papà e la sorella di Giulia aprono il corteo e fa impressione il silenzio di chi li segue e di chi è fermo ai lati della strada. Quando si arriva in via Aldo Moro, davanti alla casa dei Cecchettin, sono in centinaia ad aspettarli. Il cancello della villetta bianca è una distesa di fiori e pupazzi, vasi di orchidee e ciclamini, mazzi di rose, peluche, disegni, fiocchi rossi, lumini e candele lasciate sul marciapiede. E fogli. Con scritte. Dediche. Pensieri.
"Io prometto di non essere mai come Filippo", è il messaggio di Emanuele, un bambino di undici anni. Ci sono promesse: "Vogliamo un giorno in cui non conosceremo già la fine della storia, fino ad allora lotteremo anche per te". Citazioni. Come la poesia dell'attivista peruviana Cristina Torres Cáceres che ha invaso i social dopo essere stata condivisa dalla sorella di Giulia, Elena: "Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima". C'è rabbia nei confronti di Filippo: "Quel maledetto uomo dovrà soffrire e stare male per quello che ha fatto, non dovrà mai uscire dalla prigione". E ci sono disegni fatti da bambini che toccano il cuore: mostrano Giulia a terra, in alto un angioletto, in basso la scritta: "Non hai più problemi, puoi abbracciare tua madre". Ma la frase più ricorrente è quella di Silvia e Alessio: "Sei diventata la figlia di tutti noi".


LA MUSICA
La fiaccolata finisce nel piazzale della chiesa, dopo che il corteo è passato davanti al municipio illuminato di rosso, il colore simbolo dell'amore, ma anche della passione che si trasforma in violenza. Finisce con la musica di Yann Tiersen che piaceva tanto a Giulia, quella del film "Il favoloso mondo di Amelie". Papà Gino si volta verso il sindaco Martello: «Può ringraziare tutti a nome nostro».
Il silenzio è rotto dall'applauso. Ma è come se la gente non se ne volesse andare. E in tanti, tantissimi, continuano a restare davanti alla villetta bianca.

Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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