Coronavirus, corrieri da 20 giorni in crisi di liquidità: spedizioni a rischio

Domenica 29 Marzo 2020 di Elisio Trevisan
Il settore dei trasporti è in forte crisi
MESTRE - Si stanno spezzando anche gli ultimi fili che legano insieme la città e l’area metropolitana. Sono i fili che tengono connesse quelle poche parti di che ancora funziona e che le permettono di funzionare e, allo steso tempo, sono le connessioni con le famiglie, i cittadini costretti a casa. Sono i trasportatori, e soprattutto i padroncini, quelli che hanno il furgone o il camioncino di proprietà e che ogni giorno consegnano decine di pacchi postali e piccole merci nelle case della città e della provincia per conto di tante aziende italiane e multinazionali delle vendite in internet.
I NUMERI
Delle 900 realtà di autotrasporto che operano nel nostro territorio nel settore del trasporto merci, ben 200 sono costituite da padroncini. Quasi tutte le 900 imprese sono in crisi profonda di liquidità perché molte di loro non vengono pagate addirittura da gennaio, un po’ perché in questo comparto è usuale (anche se non normale) che i clienti imprenditori saldino le fatture per la merce ricevuta dilazionate a 60 e anche a 90 giorni, ma adesso ci si è messa pure l’emergenza coronavirus, così le dilazioni rischiano di diventare eterne.
È, insomma, tutto il settore che ancora permette alla popolazione di fare acquisti senza muoversi di casa e che rifornisce le poche aziende rimaste aperte, che rischia di chiudere per fallimento o, in ogni caso, per mancanza di gasolio. Da mesi, infatti, le aziende che muovono i Tir e i padroncini stanno continuando a lavorare pagando di tasca propria le spese di gestione del servizio, in primo luogo appunto il carburante per muovere i mezzi. La situazione anche in questo comparto è, dunque drammatica, come spiega Nazzareno Ortoncelli, il presidente della Federazione trasporti Confartigianato Imprese Metropolitana di Venezia: «C’è il pesante rischio di un fermo pressoché di tutte le aziende legate all’autotrasporto perché quasi nessuno le sta pagando: le ditte che ora sono chiuse, ma hanno usufruito dei servizi di trasporto, non hanno liquidato i trasportatori, e quelle che sono ancora aperte stanno rinviando ulteriormente i pagamenti per la scarsa liquidità».
Un’altra catena nella catena della crisi economica generale che si è abbattuta sull’Italia e che si sta aggravando di giorno in giorno, contrariamente al contagio da Covid-19 che, almeno nella nostra area, da cinque giorni ha cominciato fortunatamente a diminuire.
Per il settore dei trasporti di merci la situazione si è aggravata a partire da 20 giorni a questa parte: c’è stata una crescente ondata di blocchi dei pagamenti pregressi e così i vettori hanno sempre meno liquidità per gestire gli alti costi vivi dell’impresa.
UNO SU DUE IN GINOCCHIO
Per rendersi conto della proporzione del fenomeno, in provincia c’è un’azienda di trasporto su due che si trova in questa situazione, mentre il debito insoluto globale nei loro confronti si aggira sui 2 milioni di euro e ormai rischia di fermare i mezzi e, di conseguenza, quel poco di economia generata dalle merci consegnate, senza contare che senza trasporti salterà la catena di approvvigionamento delle famiglie e delle poche grandi, medie e piccole imprese rimaste aperte.
Perciò anche nel ramo trasporti serve un intervento del Governo ormai invocato da tutti i settori ma, al momento, incapace di dare risposte adeguate. Quali? «Lo Stato faccia da garante al 100% verso il sistema bancario e consenta la riscossione degli insoluti da parte delle aziende di autotrasporto ancora in attività attraverso gli sportelli bancari, in modo da ridare liquidità operativa agli autotrasportatori ed evitare un drammatico tracollo di questa categoria di lavoratori oggi più che mai strategica - chiede Salvatore Mazzocca, presidente della Confartigianato Metropolitana -. Si tratta infatti di attività che stanno svolgendo un servizio essenziale in termini di approvvigionamento alle persone e alle piccole e ormai pochissime imprese ancora aperte».
Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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