Coronavirus Veneto, scuole chiuse ma non solo: manifestazioni, sport, zone rosse, musei, eventi. Ecco cosa succede

Domenica 1 Marzo 2020 di Alda Vanzan
Coronavirus Veneto, scuole chiuse ma non solo: manifestazioni, sport, zone rosse, musei, eventi. Ecco cosa succede

Coronavirus in Veneto: divieti e come comportarsi.

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Emergenza coronavirus: in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna le scuole resteranno chiuse un'altra settimana. Il Comune di Vo', così come quelli del Lodigiano, resta zona rossa: fino all'8 marzo non si entra, non si esce, uffici e negozi chiusi. La novità è che in queste tre regioni da domani si potrà entrare nei musei solo se tra i visitatori sarà rispettata la distanza minima di sicurezza oltre la quale il contagio da gocce di saliva non può avvenire. È la regola del droplet, letteramente gocciolina. E l'altra novità è che anche nei ristoranti e nelle pizzerie e in tutte le attività commerciali dovrà essere rispettata questa regola: i tavoli dovranno essere a prova di droplet, altrimenti dovranno restare chiusi.

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È quanto prevederebbe la bozza di Dpcm preparata dal premier Giuseppe Conte e che dovrebbe avere l'intesa dei governatori Luca Zaia, Attilio Fontana, Stefano Bonaccini. Alla mezzanotte di oggi scadrà dunque l'ordinanza contingibile e urgente numero 1 di domenica 23 febbraio, ma scatterà questo nuovo decreto.
 
ZONE ROSSE
Fino all'8 marzo il Comune di Vo', dove c'è stata la prima vittima italiana, rimane zona rossa, completamente inaccessibile: non si entra e non si esce. Il governatore Luca Zaia aveva chiesto un allentamento delle prescrizioni («Lasciateli uscire») visto che su 3.400 abitanti sono stati fatti 2.800 tamponi e i contagiati sono appena 78. Appello a quanto pare vano. A Vo' non solo resterà tutto chiuso, tranne i servizi essenziali, ma per andare a comprare il pane o un'aspirina in farmacia da domani bisognerà indossare la mascherina.

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SPORT
Il Dpcm di Conte stabilisce regole uguali per Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, le tre regioni dove maggiormente c'è stato il contagio da coronavirus. Partiamo dallo sport: fino all'8 marzo consentite solo le gare a porte chiuse; idem per gli allenamenti e i tifosi non potranno seguire la propria squadra in trasferta. Esempio: i tifosi del Cittadella martedì prossimo non potranno andare a Cosenza e quelli del Venezia a Salerno.

EVENTI E MESSE
Per un'altra settimana sono sospese tutte le manifestazioni di qualsiasi genere: culturali, sportive, anche religiose. E lo stesso vale per cinema, teatri, discoteche. La Chiesa aveva chiesto di poter riprendere le funzioni liturgiche («Ferisce non poter celebrare la Messa», ha detto il patriarca di Venezia e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, Francesco Moraglia), ma il comitato scientifico consultato dal premier ha detto no: non solo oggi, anche domenica prossimo la celebrazione delle liturgie di Quaresima sarà a porte chiuse, senza i fedeli.

SCUOLE
Il Dpcm fa una netta divisione tra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e il resto d'Italia. In Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria le scuole potranno riaprire subito, anche se in quei territori ci fossero casi di contagi conclamati di Covid-19. Resteranno però sospesi i viaggi di istruzione sia sul territorio nazionale che esterno. Per Veneto, Lombardia, Emilia Romagna ha vinto invece la linea milanese di tenere ancora chiuse le scuole. Il governatore veneto Luca Zaia aveva chiesto la riapertura, pur sottolineando che in merito doveva esprimersi la comunità scientifica. I tecnici ingaggiati dal Governo hanno detto che non se ne parla: prima del 9 marzo i ragazzi non andranno a scuola, decisione che riguarda tutti gli istituti, di ogni ordine e grado, dall'asilo all'università. Domani dunque le scuole riapriranno, ma potranno entrare solo il personale per la sanificazione degli ambienti, i docenti per attivare dove possibile l'e-learning, il personale amministrativo per mandare avanti pratiche scolastiche.

DISTANZA
I musei e i luoghi di cultura potranno riaprire, ma ad una condizione: l'ingresso dovrà essere contingentato perché bisognerà assolutamente evitare assembramenti di persone. Non solo: bisognerà garantire il criterio droplet, cioè la distanza di sicurezza per evitare il contagio: almeno un metro. E lo stesso criterio varrà - almeno secondo le indiscrezioni circolate ieri sera - per le attività commerciali: pare di capire che i tavoli ai ristoranti dovranno essere adeguatamente distanziati, che agli spritz hour nei bar si entrerà a scaglioni. E magari anche al supermercato bisognerà stare a debita distanza dagli altri clienti. Vien da chiedersi come potrà essere controllata una simile disposizione. Eppure il Dpcm al riguardo sarebbe tassativo: apertura di tutte le attività commerciali solo se rispetteranno queste regole. E pare toccherà ai prefetti far eseguire le disposizioni anche avvalendosi delle forze di polizia.
 

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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