Città al buio e locali chiusi dalle 18: via libera ai ladri per furti e spaccate

Domenica 1 Novembre 2020 di Davide Tamiello
Città al buio e locali chiusi dalle 18: via libera ai ladri per furti e spaccate

MESTRE - Lo si voglia o no, la movida è un deterrente reale per i delinquenti: un posto frequentato, statisticamente, è un luogo sicuro. Ecco perché, in questo momento, le forze dell’ordine sono chiamate obbligatoriamente agli straordinari: uno degli effetti collaterali del nuovo Dpcm è infatti che, spegnendo le luci dei locali, è venuta a mancare anche la protezione naturale della città. È così che in centro a Mestre si stanno cominciando a vedere furti e spaccate notturne che, soprattutto in determinate zone, non si vedevano più da un pezzo. È il caso del colpo al negozio di cellulari di piazzale Donatori di sangue della settimana scorsa, per esempio: vetrata in frantumi e razzia di smartphone per 11 mila euro. In tempi pre covid, difficilmente quella zona sarebbe stata completamente deserta. Un furto così, sarebbe stato complicato persino nel cuore della notte. E per quanto riguarda i furti in centro, il Tengfei Technology è in buona compagnia: negli ultimi tempi sono stati tanti i colpi a scuole e altre strutture pubbliche e private, come al campo di via Kolbe della Altobello Aleardi, squadra di calcio che milita in seconda categoria. Ultimo a ricevere una visita indesiderata, la trattoria all’Amelia alla Giustizia.
Ma la criminalità è un microcosmo ampio e i furti non sono l’unica piaga che rischia di prendere piede in zone solitamente meno battute: spaccio e baby gang sono l’altra faccia della medaglia. Durante il lockdown, per esempio, i pusher avevano temporaneamente abbandonato Marghera, la stazione e via Piave per spostarsi nell’area di piazza Barche e piazza Ferretto alla ricerca di nuovi clienti, visto che i punti di maggior passaggio erano stati di fatto interdetti. Senza treni, senza nessuno in giro, l’unica speranza di intercettare qualche disperato alla ricerca di una dose. Se poi parliamo di realtà giovanili complicate, come non dimenticare l’assedio di alcuni gruppi dubbi all’M9. Bande che si sono insediate durante il periodo di serrata e che poi non hanno più mollato il nuovo punto di ritrovo.
Lo scenario generale non è certo sconosciuto alle forze dell’ordine che stanno correndo ai ripari per cercare di arginare la migrazione dei fenomeni criminali, anche se il covid si sta facendo sentire pesantemente anche sugli organici. La polizia locale, per esempio, deve fare i conti con una quarantina di agenti in quarantena, mentre i cugini della polizia di Stato ne hanno una decina fuori uso tra malati e in isolamento precauzionale. Chiaro che, a queste condizioni, è più difficile predisporre nuove strategie per la sicurezza. Tutti, quindi, saranno chiamati a un ulteriore sacrificio perché comunque l’intenzione è quella di potenziare i controlli. 
Il piano, in realtà, è già partito, come spiega il questore di Venezia Maurizio Masciopinto. «Chiaramente in questa fase restano maggiormente esposte le zone prive di locali - commenta - proprio per questo motivo, adesso, sul turno 13-18 ci sono sei volanti della questura di pattuglia. Abbiamo rinforzato il controllo del territorio proprio perché capiamo che in relazione al minor flusso di gente vada rafforzato il presidio in maniera importante». Gli fa eco anche il comandante provinciale dei carabinieri, Mosè De Luchi: «Abbiamo previsto dei servizi aggiuntivi oltre alla normale attività di pattuglia. Adesso in settimana concentriamo le nostre auto nell’arco serale e notturno per garantire proprio una maggior prevenzione». 
Durante il lockdown, erano state previste delle pattuglie anti sciacallaggio.

A marzo i dati sulla criminalità avevano evidenziato proprio un cambio di modalità: i furti in casa erano (quasi) spariti, come conseguenza naturale del coprifuoco. È semplice logica: se le persone non escono i ladri non riescono ad avere campo libero. Gli obiettivi più a portata quindi, qualche mese fa, erano stati negozi, bar e ristoranti vuoti. Certo, la situazione attuale non è identica a quella vissuta in primavera, ma ci sono delle analogie che non possono essere trascurate. Anche perché, in particolare per i furti, storicamente il periodo prenatalizio resta quello più delicato. 

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