Venezia, tutto il Novecento in 407 scatti d'autore: a Palazzo Grassi in mostra l'archivio Condè Nast tra costume e glamour

Giovedì 9 Marzo 2023 di Paolo Navarro Dina
Venezia, tutto il Novecento in 407 scatti d'autore: a Palazzo Grassi in mostra l'archivio Condè Nast tra costume e glamour

VENEZIA - C'è tutto il gotha della fotografia lungo il Ventesimo secolo. Dai manifesti illustrati ai primi scatti simili a disegni fino ai nudi artistici dell'emancipazione post 1968. Un percorso di settant'anni che racconta vicende, personaggi, storie e che inquadra le trasformazioni del gusto e del costume. È l'occasione per celebrare non tanto il cosiddetto "secolo breve", ma soprattutto di scoprirlo attraverso le immagini pubblicate un tempo in alcune prestigiose riviste (Vogue, Vanity Fair, House & Garden, Glamour, Gq) edite negli anni dal gruppo Condè Nast, i cui archivi sono stati recentemente acquisito dalla Fondazione Pinault. Nasce così l'esposizione di 407 foto intitolata "Chronorama" presentata ieri a Palazzo Grassi e che, dal 12 marzo prossimo fino al 7 gennaio 2024, consentirà di fare un "tuffo" nel XX secolo, tra ricordo, nostalgia, glamour e riflessione storica.

E diciamolo subito è una mostra affascinante, ammiccante, a tratti sorniona, capace di strizzare l'occhiolino al visitatore che non può che essere irretito da ritratti in bianco e nero di avvenenti attrici, di attori nelle loro pose maschie, di scene di vita o di genere, e, in generale da personaggi del jet-set lungo tutto un secolo.

I PROTAGONISTI

Un viaggio affascinante attraverso gli scatti di "mostri sacri" della fotografia internazionale (Edward Steichen, Berenice Abbott, Cecil Beaton, Lee Miller, Andrè Kertesz, Horst P. Horst, Diane Arbus, Irving Penn, Helmut Newton, Elisabetta Catalano, Ugo Mulas, Francesco Scavullo per citarne solo alcuni) e dell'illustrazione (Eduardo Garcia Benito, Helen Dryden, George Wolfe Plank) scandito per decadi, dal 1910 al 1979, in modo che il visitatore possa seguire non solo l'evoluzione dell'immagine nel tempo, ma anche percorrere un itinerario tra gli eventi che poi sono diventati Storia (con la S maiuscola) e quelli che hanno fatto la fortuna dei rotocalchi e del "gossip". E in questo quadro si assiste ai fenomeni di cambiamento nell'immagine, nel gusto della rappresentazione, nell'indagine umana. E così, come si attraversa la Storia, si penetra nei meandri dei vari movimenti culturali che hanno influenzato la fotografia: il Cubismo negli abiti e nel vestiario delle élite mondane europee che si fanno ritrarre; il Neoclassicismo dove la silhouette femminile è "prigioniera" dei corsetti; l'Art Déco con le visioni prospettiche delle città fino a giungere ai movimenti di liberazione sessuale degli anni Sessanta dopo aver solcato ad ampie vele il periodo ruggente del "boom economico" e del benessere anni Sessanta.

PRIMA DEL DIGITALE

Ha spiegato il curatore Matthieu Humery: «In un'epoca come la nostra in cui in ogni minuto vengono create milioni di immagini con il cellulare - dice - la mostra è calibrata sulle foto del Novecento prima dell'avvento delle tecnologie digitali. Vogliamo offrire la possibilità di spaziare tra età e epoche diverse, in modo che si concretizzi una sorta di caleidoscopio del passato. Questa è Chronorama». Accanto alle fotografie, c'è anche spazio per l'arte. Lungo il percorso si possono trovare le opere di quattro artisti Tarrah Krajnak, Eric N.Mack, la mestrina da anni residente in Francia, Giulia Andreani e l'ucraino Daniel Spivakov, che con le loro opere dialogano a distanza con l'esposizione fotografica. È questa l'occasione per esplorare il rapporto spazio-tempo e offrire un'interpretazione dell'arte nello scorrere del tempo. Ovviamente sempre del XX secolo.

LA RIFLESSIONE

Sintetizza Bruno Racine, direttore e amministratore delegato di Palazzo Grassi-Punta della Dogana: «Le foto pubblicate dalle riviste di Condè Nast - sottolinea - riflettono l'effervescenza di una società che concepisce il tempo come un movimento senza fine, sempre in cerca del nuovo. Si fanno carico dei sogni della gente comune così come della nostalgia e al tempo stesso sostengono un ideale di bellezza fino alla trasgressione. In questo quadro è impossibile scindere la moda dall'arte; il teatro dalla danza; l'architettura dal mondo in evoluzione. Ciò che sorprenderà riguarda l'ampia selezione di ritratti sospesi in un'eterna gioventù che si tratti di Jasper Johns o di un'avvenente Virna Lisi. Nel nostro percorso analizziamo il XX secolo nelle sue sfaccettature, dagli anni ruggenti alla crisi all'esplosione del benessere». Oltre alla mostra e alle immagini, "Chronorama" si avvale anche di un podcast in tre episodi, in tre lingue (inglese, francese, italiano), che accompagneranno il visitatore in un vero e proprio viaggio nel Ventesimo in forma trasversale tra storia, fotografia, costume ed estetica soffermandosi sui personaggi che hanno fatto il Novecento.

Ultimo aggiornamento: 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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