CHIOGGIA - «E' la solitudine, Claudia.
I VICINI
Ad accorgersi che gli doveva essere capitato qualcosa, secondo quanto scrive il blog Chioggia azzurra, erano stati i vicini di casa, nel tardo pomeriggio di mercoledì. La bicicletta era "parcheggiata" nello stesso posto da tre giorni e la tv era sempre accesa, anche di notte. Così era intervenuta la polizia di Stato che con l'ausilio dei vigili del fuoco, era entrata nell'appartamento, dove hanno trovato il 56enne morto. Per cause naturali, avrebbe poi riportato il referto del medico legale. Mauro Penzo, detto Alvaro, abitava nella Casa del Pescatore, all'Isola dei Saloni, il condominio popolare in cui si era spostato, alcuni anni fa, assieme alla madre, Maria, dopo che erano stati sfrattati dall'appartamento in calle Olivi in cui vivevano da molti anni. Lui, quand'era più giovane, lavorava, per lo più, come stagionale e montava i palchi per gli spettacoli. Da un certo punto in poi, però, si era dedicato alla madre invalida e la assisteva per tutto il necessario. Lui stesso, inoltre, si era scoperto diabetico e questo gli imponeva uno stile di vita particolare. Era un po' troppo robusto, ricorda chi lo conosceva, e avrebbe dovuto mantenersi un po' più snello. Dopo la morte della madre, un paio di anni fa, le abitudini di vita di Mauro sono peggiorate, la solitudine lo opprimeva e non aveva più stimolo a prendersi cura di se stesso.
IL RICORDO
Di lui, quelli che l'hanno conosciuto, conservano il ricordo di una persona dalla grande bontà d'animo ma anche di una certa fragilità interiore. A distanza di due mesi dalla scomparsa di Alessandro Nordio, 54 anni, che aveva "chiuso" una triste sequenza di cinque decessi di uomini, quasi tutti sulla mezza età, morti in casa, in solitudine, nell'arco di un solo Mese, la lista si allunga ulteriormente e ai nomi di Sandro Schiavon, Massimo Bonaldo, Alfredo Giulio e Antonello Chiereghin, si aggiunge ora quello della la sesta vittima, Mauro Penzo, appunto.
Il che dimostra che il problema non è affatto sparito o di poca importanza. «Segnalate queste situazioni - aveva detto l'assessore ai Servizi sociali, Sandro Marangon non possiamo essere dappertutto, ma se sappiamo possiamo intervenire».
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