VENEZIA - È uno tra i campi più belli di Venezia. Uno dei tanti, anche San Trovaso, che si sono via via svuotati di abitanti per lasciare spazio a B&b e affitti turistici.
TEATRO & BENEFICENZA
Una riscoperta di San Trovaso nata quasi per caso. Tutto è cominciato cinque anni, sull'onda di un'attività di volontariato per l'India che da tempo impegna il marito di Alessandra, Dario Bianchini, con l'associazione "Care to action". Ong italiana, con alle spalle una storia trentennale di rapporti con l'India, dove ultimamente sta seguendo una serie di progetti di cooperazione allo sviluppo. Ed ecco l'esigenza di raccogliere sempre nuovi fondi. «Il presidente dell'associazione, Tommaso Carraro, è anche l'animatore di una compagnia amatoriale di Padova, "Camerini con vista" - racconta Alessandra -Fu così che pensammo di organizzare uno spettacolo in campo, davanti a casa nostra. A San Trovaso già si faceva teatro, diversi anni fa. Molti veneziani lo ricordano. Era un luogo perfetto. Perché non riscoprirlo?». Il primo spettacolo fu organizzato in modo semplice. «Riuscimmo a farci dare il permesso dal Comune, mentre la parrocchia ci prestò le sedie: un'ottantina» ricorda Alessandra. Una formula che piacque e si è poi ripetuta ogni estate, con la sola eccezione dell'anno del lock down più rigido: "Camerini con vista" sono sempre tornati a San Trovaso per una serata di teatro divertente.
L'ANNO DEL BOOM
«Ma quest'anno c'è stato un vero boom. Tutti i posti erano occupati, c'era gente con i cuscini per terra. Una bellissima atmosfera. Tutti entusiasti. La raccolta a offerta libera è arrivata a quota 700 euro, che ora saranno destinati ai vari progetti in India - continua Alessandra - Ed è stata questa partecipazione che mi ha fatto venire la voglia di organizzare altre iniziative. Ho capito che c'era tanto desiderio di vivere di più il campo, di passare altro tempo insieme...». Un'occasione da non perdere per Alessandra, venezianissima, così legata a San Trovaso, una sorta di campo dell'anima. «Qui venivo a trovare i miei nonni. E ricordo bene come era popolato. Ora ci sono solo tre case che sono vissute stabilmente, come la nostra. Tutte le altre sono state trasformate in appartamenti per turisti». Panorama sconfortante, comune a tutta Venezia. «Ma è anche vero che in un campo tanto spopolato non ci sono troppi vicini da mettere d'accordo» si consola Alessandra, che per tutto luglio ha così moltiplicato gli appuntamenti in campo.
DALLE LETTURE ALLA DANZA
«Frequentando un corso di lettura espressiva, ho pensato di coinvolgere gli altri partecipanti - continua Alessandra -. Quest'anno cadeva il cinquecentenario della morte di Gaspara Stampa. Abbiamo scoperto che era proprio di San Trovaso! Mi è sembrato un segno. E così ci siamo trovati a leggere alcuni suoi brani in campo. Sono stati momenti bellissimi. Poi, dopo la morte di Milan Kundera, abbiamo pensato di organizzare un altro incontro. Chi voleva portava uno dei suoi libri e sceglieva i brani da leggere. È stato emozionante». Esperienze partecipate con entusiasmo che hanno convinto Alessandra a continuare. «Dopo il teatro e la letteratura, mi mancava la danza. Inizialmente ho pensato alla danza indiana, visto che tutto è nato dall'impegno per "Care to action". Ma non era facile trovare danzatori indiani. Ho invece coinvolto un amico, insegnante di yoga, Marco Baseggio, che a sua volta ha contattato una insegnante di danza tibetana, Adriana Dal Borgo. Normalmente è in giro per il mondo, ma in quei giorni era a Venezia. Ha partecipato con altre due colleghe ed è stata un'altra serata speciale. Uno dei momenti più belli è stato quando dei turisti, ospiti di una delle case che si affacciano sul campo, sono scesi in campo per unirsi alla nostra danza. Per una volta partecipavano ad un momento di vita vera di veneziani nella loro città. Sono rimasti così pochi questi momenti, ma è così che dovrebbe andare. Ed è quello che vogliamo fare».