Venezia. Ca' Foscari, la grammatica dei segni non solo per sordi: un migliaio di iscritti al corso di laurea triennale

Sabato 20 Gennaio 2024 di Alessandro Marzo Magno
Venezia. Ca' Foscari, la grammatica dei segni non solo per sordi: un migliaio di iscritti al corso di laurea triennale

A Venezia 553 anni fa è stata stampata la prima grammatica greca del mondo (Manuele Crisolara, "Erotemata", 1471) e sempre a Venezia quattro anni fa è stata pubblicata la prima grammatica di lingua dei segni del mondo (a cura di Chiara Branchini e Lara Mantovan, dalle Edizioni Ca' Foscari) in edizione inglese, in quanto frutto di un progetto europeo. L'edizione in italiano della "Grammatica della lingua dei segni italiana" è del 2022 e la si può scaricare gratuitamente dal sito edizionicafoscari.unive.it.

Una continuità sorprendente nel campo dell'editoria e dello studio delle lingue. «Siamo all'avanguardia nell'insegnamento della lingua dei segni italiana», precisa Anna Cardinaletti, professoressa ordinaria di Linguistica a Ca' Foscari, «partito nel 1999, oggi si articola nel corso di laurea triennale e nell'offerta di due lauree magistrali, una in Scienze del linguaggio e l'altra di Traduzione e interpretazione che si tiene nella sede di Treviso». Esistono diverse lingue dei segni nei diversi paesi del mondo e si registrano anche variazioni dialettali. Le persone sorde in Italia sono circa il 2 per mille della popolazione, il che vuol dire oltre 130 mila individui; una percentuale simile si registra altrove, anche se non tutti conoscono e utilizzano la Lis (Lingua italiana dei segni e l'acronimo ufficiale). Tra l'altro, spiega Cardinaletti, la definizione corretta è "persone sorde", una legge del 2006 ha stabilito che sia inappropriata la parola "sordomuto", mentre il termine "non udente" è rifiutato dagli stessi sordi perché caratterizzante in negativo, mentre vogliono essere identificati per quello che sono e non per quello che non sono.

NOTTE DEI TEMPI

La comunicazione con i segni si perde nella notte dei tempi, ma è soltanto da una sessantina d'anni che sono cominciate le ricerche su questa lingua. «Una ricerca di frontiera perché i ricercatori sono ancora pochi», osserva Cardinaletti, «e si tratta di un mondo che stiamo scoprendo giorno dopo giorno di cui la comunità udente sa molto poco». Infatti quello di sensibilizzare gli udenti è uno dei compiti che si prefigge il gruppo di Ca' Foscari. Oltre alla docente ordinaria, conta su quattro figure incardinate nel dipartimento di Studi linguistici e comparati e altri collaboratori per un totale di sette/otto persone. La storia di questa disciplina è abbastanza recente. Verso la metà degli anni Novanta è stato stilato l'elenco delle materie che si possono insegnare all'università, comprendente anche la lingua dei segni. La prima in assoluto ad avviarne l'insegnamento è stata Trieste nel 1997, ma si trattava di un corso annuale, il primo corso triennale è invece quello istituito a Venezia nel 1999; dal 2001, dopo la riforma, è stata la Lis inserita tra le diciassette lingue che si possono scegliere come seconda specializzazione. Questo significa che, a titolo d'esempio, oltre che in inglese e tedesco, ci si può laureare in inglese e Lis.

SOLO QUATTRO

Oggi gli studenti di lingua dei segni a Ca' Foscari sono un migliaio e molti provengono da altre regioni perché le università italiane dove la si insegna sono solamente altre quattro: Catania (dal 2015), Roma La Sapienza dall'anno scorso, nonché Milano- Bicocca e Parma da quest'anno. Si sono tenuti parecchi convegni e il prossimo è previsto proprio in Veneto, presso l'università di Verona, il 13 e 14 giugno, dal titolo "Accessibilità audiovisiva e inclusione in ambito universitario". Nel 2021 è stato fondato il Centro interuniversitario di ricerca, cognizione, linguaggio e sordità al quale partecipano, oltre Ca' Foscari, le università di Catania, Palermo, Trento e Milano Bicocca. «Non sembra che in nessun altro paese sia stata creata una simile rete per occuparsi di tali questioni», afferma Cardinaletti.


Oltre alla grammatica, Ca' Foscari è il partner italiano di un progetto europeo che ha prodotto un video-dizionario online delle lingue dei segni europei ed extraeuropee (al momento ne sono presenti 44). Il dizionario accoglie anche una sezione dedicata ai segnali aptici utilizzati con le persone sordo-cieche per fornire loro informazioni sull'ambiente, sulle direzioni e sulle emozioni degli interlocutori, puro questo frutto di un progetto europeo. Tale progetto è stato sviluppato da Laura Volpato, dottoranda a Ca' Foscari, in collaborazione con la Fondazione Lega del Filo d'oro, e ha per la prima volta introdotto in Italia la comunicazione socio-aptica, già diffusa fin dagli anni Novanta nei paesi scandinavi. Nel settembre 2023 è stata organizzata la prima conferenza internazionale sulla comunicazione socio-aptica.

Gli studenti si dividono in due grosse categorie: quelli che vivono con, o sono essi stessi, persone sorde, oppure quelli che vengono attirati dalla lingua dei segni durante l'orientamento o il corso di studi. La nuova frontiera è tuttavia cercare di ampliare la Lis anche ad altri utilizzatori, per esempio ai bambini che non riescono a parlare a causa di varie patologie. «Sebbene non in tutti i casi, può costituire - sottolinea Cardinaletti - anche una soluzione per bambini studenti, ma con difficoltà di parola. Si è cominciato a Roma e ora si continua in Veneto». Gli sbocchi occupazionali ci sono, ma potranno essere anche di più perché si tratta di un campo che si sta ampliando. I laureati possono lavorare come assistenti alla comunicazione nelle scuole, come insegnanti di sostegno e come interpreti. Su tale versante c'è ancora molto da fare perché, per esempio, le istituzioni europee ancora non prevedono la figura dell'interprete di lingua dei segni. Nella legislatura in corso un eurodeputato ungherese sordo si fa tradurre gli interventi dalla propria interpreta personale.

DUPLICE ESIGENZA

«Questi vent'anni di didattica e di ricerca sulla Lis e sulla sordità a Ca' Foscari», concludono l'introduzione della Grammatica, «hanno risposto a una duplice esigenza: avanzare nelle conoscenze in questi settori e formare in una istituzione pubblica le relative figura professionale. Lo studio della Lis non solo aumenta le nostre conoscenze su questa lingua e sulla cultura della comunità che la utilizza, significando una crescita per entrambe le comunità, sorda e studenti, ma offre a sordi e studenti opportunità di lavoro nell'ambito dell'educazione alla formazione, della mediazione linguistica e culturale e nell'innovativo campo dei servizi per l'accessibilità e l'inclusione. Siamo riusciti a mettere a punto un programma di "Deaf Studies" paragonabile a quanto viene offerto in molti stati europei ed extraeuropei, nei quali la formazione degli esperti della lingua dei segni è proposta in un paio di università per stato. La nostra esperienza degli ultimi vent'anni, ancora unica in Italia, dimostra che tutto ciò è possibile anche nel nostro paese».

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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