“Assegni” e buoni spesa consegnati alle parrocchie per i poveri, ma solo il 60% li spende

Mercoledì 28 Luglio 2021 di Fulvio Fenzo
L’IPERMERCATO SOLIDALE Il Centro di solidarietà cristiana “Papa Francesco” inaugurato il 5 giugno scorso in località Arzeroni . A destra, don Armando Trevisiol
2

MESTRE  - Una busta, una grande sorpresa e, poi, altrettanta amarezza. Che, detta da don Armando, si traduce in una strigliata (benevola, ma pur sempre una strigliata) ai colleghi parroci del sacerdote ultranovantenne, fondatore dei Centri don Vecchi e ideatore dell’ipermercato solidale inaugurato poco meno di due mesi fa agli Arzeroni. 
Don Armando racconta tutto nel nuovo numero de “L’incontro”, il settimanale della Fondazione Carpinetum che gestisce i Centri don Vecchi e il nuovo “Centro di solidarietà Papa Francesco”. «Una persona mi ha portato una busta contenente del denaro perché l’aiutassi a fare un’opera di bene - scrive don Armando -. Tornato a casa l’ho aperta e con mia grande meraviglia ho scoperto che consisteva in cinquemila euro. Nato nell’epoca della lira, m’è venuto d’istinto di tradurre i 5000 euro nelle vecchie lire e ne sono risultate quasi dieci milioni». 

IL PROGETTO
E così il sacerdote ne pensa un’altra delle sue: trasformare i cinquemila euro in mille “buoni acquisto” da 5 euro l’uno da spendere presso i magazzini della carità, nei quali anche i poveri sono invitati sempre a lasciare un’offerta simbolica. «Ho fatto questo perché beneficiassero veramente le persone più in difficoltà, perché spesso vi sono pure i “furbetti” che approfittano e che vengono a chiedere aiuto anche se non ne hanno veramente bisogno, mentre i più bisognosi spesso non riescono neppure a trovare il luogo e le persone che desiderano aiutarli - prosegue don Trevisiol -. Dopo averci pensato, ho buttato giù un vero e proprio progetto: ho scritto a dieci parroci del centro di Mestre che ero in grado di offrire 500 euro a ciascuno per i poveri dalla loro parrocchia, non denaro contante, ma questi “buoni acquisto” da spendere al Centro Papa Francesco». E così, con i suoi collaboratori, don Armando “convoca” i referenti di ogni parrocchia che si occupano dei poveri, consegnando a ciascuno cento buoni acquisto di 5 euro ciascuno da spendere nel tempo di un paio di mesi, e chiedendo di mandare direttamente i poveri a fare l’acquisto di generi alimentari, frutta e verdura, indumenti e mobili. Tutto quello che, insomma, si trova in quel gioiello che è l’ipermercato solidale.

LA SORPRESA
Ma ecco la sorpresa, stavolta carica di amarezza. «Di fronte a questa offerta - ricorda don Armando -, una sola parrocchia ha speso tutti i buoni, 4 parrocchie ne hanno spesi tre quarti ed una parrocchia solamente 13.

Risultato finale: su 1000 buoni acquisto ne sono stati impegnati solamente 661, quindi quasi 350 buoni non sono stati spesi. In conclusione, o molti poveri non sono tali o sono sprovveduti, oppure molte parrocchie non sono attrezzate o non conoscono i parrocchiani in difficoltà. O, peggio ancora, non curano sufficientemente questo settore della vita parrocchiale». La strigliata e servita. E prosegue l’anziano sacerdote: «Il risultato però non mi ha scoraggiato, infatti con il 7 giugno abbiamo ripetuto l’operazione con altre dieci parrocchie, mettendo a disposizione altri cinquemila euro. Ora vedremo come andrà». Perché don Armando è testardo e non molla, ma solo così alla fine è riuscito a realizzare tutti i suoi sogni per gli anziani e i più poveri della città. 


LA TESSERA
E, per eliminare il rischio “furbetti”, presto all’ipermercato solidale arriverà anche una tessera: «Servirà per accedere ai servizi - spiega -. La daremo in cambio di un’autocertificazione che attesti la situazione di difficoltà che la persona e la sua famiglia sta attraversando. Non una cosa burocratica, ma servirà a mettere un po’ d’ordine e a fare in modo che gli aiuti vadano davvero a chi ne ha bisogno».
 

Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci