Biometano: incubo finito, arriva lo stop al progetto dell'impianto a Ca' Venier

Sabato 10 Febbraio 2024 di Diego Degan
L'impianto di biometano a Campagna Lupia simile a quello del progetto per Cavarzere

CAVARZERE - «Mercoledì la Regione ci ha comunicato di aver dato il diniego alla richiesta di realizzare l'impianto di biometano a Ca' Venier». L'annuncio del sindaco, Pierfrancesco Munari, era atteso.

Ed era per questo che, ieri mattina, l'aula consiliare non ospitava solo i giornalisti (per la conferenza stampa) e qualche consigliere comunale, ma anche diverse decine di persone interessate a sapere se, finalmente, lo spettro dell'impianto che, da quattro anni, aleggia sul territorio di Cavarzere, fosse stato esorcizzato.

L'ANNUNCIO
Le premesse, per la verità, erano tutte in questo senso e Munari, dopo i ringraziamenti di rito, non ha voluto creare nessuna suspense ed è venuto subito al nocciolo: «La Regione ha messo la parola "fine" a questa vicenda. Non è una vittoria di parte, è una vittoria di tutti». Una considerazione che evita il cortocircuito politico tra una Regione amministrata dalla Lega e un Comune con un sindaco dello stesso colore politico; e pure "ecumenica", abbastanza diversa da quella che, pochi giorni fa, lo stesso Munari aveva espresso sulla sua pagina Facebook, affermando che i suoi detrattori si sarebbero assunti, a torto, il merito di un risultato positivo che non avrebbe tardato ad arrivare. E, infatti, così è stato e Munari ha voluto "condividere" il merito del lieto fine. Ma non ha rinunciato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ricordando di essere stato accusato, «da persone che non hanno voluto e non vogliono il bene di Cavarzere», di essere «silente, poco trasparente e quasi connivente» con la Cavarzere Green Energy, la ditta che voleva realizzare l'impianto per la produzione di biometano a Ca' Venier, a poche centinaia di metri da scuole, abitazioni, dall'area protetta delle Marice e dal centro del capoluogo, portandovi tonnellate di scarti agricoli e liquami provenienti da chissà dove.
Un progetto che, quando è stato reso noto all'opinione pubblica, è stato subito avversato dalla popolazione e dall'amministrazione comunale, ma che è stato sul punto di diventare realtà perché proprio la Regione, a maggio del 2022, aveva detto di sì.
Munari ha voluto difendersi dalle accuse che gli erano state rivolte, ricordando che la prima fase dell'iter burocratico dell'impianto era stata gestita dal suo predecessore, Henri Tommasi, a capo di una maggioranza di centrosinistra, il quale aveva ricevuto la richiesta nell'aprile 2020 e non ne aveva parlato con nessuno, salvo dover ammettere l'esistenza del progetto, sei mesi dopo, su sollecitazione «di una forza di maggioranza, Sinistra Italiana». Dunque "silente" sarebbe stato Tommasi, ma cosa distingua il silenzio di quest'ultimo da quello di Munari, dal 10 luglio 2023 ad oggi, il sindaco non l'ha spiegato, salvo dire che si trattava di un procedimento, oggi concluso ma allora in corso, che c'era una "riservatezza".

LA SVOLTA
Munari, divenuto sindaco a ottobre 2021, aveva preso contatti con la ditta, aveva presentato ricorso al Tar («ancora pendente, il nostro asso nella manica per ogni eventualità») contro il momentaneo okay della Regione, aveva sollecitato il parere sul rischio alluvionale da parte dell'Autorità di bacino che ha portato alla bocciatura del progetto. Nei giorni scorsi, però, si era saputo che la Cavarzere Green Energy si era opposta al diniego regionale sostenendo che il Piano di rischio alluvionale era diventato efficace a febbraio 2022, ovvero trascorsi più di 18 mesi dall'avvio del procedimento per il nuovo impianto. Pertanto, secondo la ditta, quel piano non poteva essere applicato per Ca' Venier, perché successivo ai tempi di legge previsti per il completamento dell'iter burocratico. Ma cosa abbia risposto la Regione a questa obiezione lo si potrà leggere solo nella pubblicazione sul Bur.
 

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