Mestre. B&b abusivo: rumori a tutte le ore, vociare dei turisti e degrado. Il condominio Splendid "sfratta" il proprietario

Mercoledì 5 Luglio 2023 di Nicola Munaro
B&b abusivo: rumori a tutte le ore, vociare dei turisti e degrado. Il condominio Splendid "sfratta" il proprietario

MESTRE - Recita l'articolo 6 del Regolamento dello Splendid, condominio in via Cappuccina 181, che "gli appartamenti dell'edificio potranno essere destinati principalmente ad uso abitazione civile".

Ma se invece si decidesse di assegnargli un altro destino, questo "dovrà essere consentito dall'assemblea con la maggioranza stabilita" da un altro articolo del Regolamento dello Splendid. Ecco perché anche il tribunale d'Appello Civile di Venezia ha accolto la richiesta della gran parte dei residenti del condominio di via Cappuccina di chiudere il bed&breakfast che il proprietario di un appartamento aveva realizzato al suo interno senza chiedere (nemmeno accennare) un passaggio di cambio di destinazione d'uso delle sue stanze. Ospitando - sottolinea ancora la sentenza di secondo grado - anche più persone di quante avrebbe potuto reggerne l'appartamento.

LA STORIA

Al settimo piano del palazzo che contiene 30 unità immobiliari, nel 2015 un appartamento è stato trasformato in affittacamere per turisti. Una situazione mal sopportata fin dall'inizio ma diventata esplosiva nell'estate 2018 quando erano partite le prime denunce e le prime segnalazioni di chi lì ci vive. Una dietro l'altra i residenti avevano denunciato come non fosse più sostenibile la situazione tra rumori dei turisti, arrivi (con contorno di trolley e vociare) a tutte le ore (notte compresa) e una condizione di degrado lasciata dagli stessi clienti. Ecco che sulla scorta di uno di questi ricorsi dei condomini dello Splendid - firmato dal geometra Alfredo Zuin, amministratore del condominio e dagli avvocati Carlo Stradiotto e Silvia Pastrello - a novembre 2022 il tribunale Civile condannava il titolare dell'appartamento di chiudere il b&b. Negli stessi giorni la polizia metteva a segno un sopralluogo dopo l'ennesimo esposto dei residenti nel condominio.

L'APPELLO

Lui stesso - senza mai contestare il fatto che nel suo appartamento ci fosse un bed&breakfast - impugnava la sentenza spiegando, tra le altre cose, che non c'era nessun servizio di affitta-camere, che lui non era a conoscenza del Regolamento condominiale e, comunque, la compatibilità dell'affitta-camere con la destinazione ad uso abitativo dell'appartamento. Tesi rimandate al mittente dal giudice di secondo grado che, pur concedendo il beneficio del dubbio sul fatto che l'attività di affittacamere possa essere compatibile con la residenzialità, va considerato quello segnalato dal condominio e cioè il trascinamento delle valigie, porte e finestre che sbattono, vociare anche negli orari di riposo e "la presenza di ospiti in numero superiore ai limiti di capienza dell'immobile". Tutti aspetti risultati "idonei a comprovare la produzione di immissione oltre la tollerabilità», scrive il giudice nella sentenza.

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