Azienda sconfigge Agenzia delle Entrate, Inps e Inail: "Cartelle prescritte". Doveva pagare 25.000 euro

Giovedì 30 Settembre 2021 di Davide Tamiello
La sezione lavoro del Tribunale di Venezia ha dato ragione ad un'azienda contro Agenzia delle Entrate, Inps e Inail
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MIRANO - Agenzia delle entrate, Inps e Inail chiedevano 25mila euro di cartelle esattoriali ad un’azienda miranese ma rimarranno a bocca asciutta: per il giudice Margherita Bortolaso, infatti, è trascorso troppo tempo, tanto che le cartelle esattoriali sono cadute in prescrizione. Secondo i tre enti il termine previsto era di dieci anni, ma il tribunale del lavoro di Venezia ha stabilito che, invece, è solo di cinque. L’impresa aveva sempre dichiarato di non aver mai ricevuto quelle cartelle esattoriali, datate tra il 2005 e il2011. Le pressioni erano diventate sempre più pesanti, fino a quando l’azienda ha deciso di rivolgersi a un legale, l’avvocato Federico Veneri, per presentare ricorso.

Gli Enti «si sono costituiti confermando l’ assenza di qualsivoglia iniziativa diretta al recupero», scrive il giudice nella sentenza, precisando che «in assenza di iniziative dirette al recupero l’ esistenza in sé della cartelle non arrecherebbe alcun concreto pregiudizio, né creerebbe una situazione di incertezza giuridicamente apprezzabile tale da giustificare un’ azione di mero accertamento. Nel caso di specie non si tratta, tuttavia, di mera opposizione all’estratto di ruolo contributivo in assenza di qualsivoglia iniziativa volta al recupero, come sostenuto da Inps ed Inail». Non si sarebbe manifestata a sufficienza, quindi, l’intenzione di recuperare il credito, nei tempi di legge.

PRESCRIZIONE QUINQUENNALE 
In questo modo, quindi, sarebbe maturata la «prescrizione quinquiennale di tutti i carichi opposti». Inps, Inail e Agenzia delle Entrate, quindi, non solo non potranno riscuotere il credito avanzato, ma dovranno ripagare all’azienda anche le spese legali per il procedimento (circa tremila euro). Sempre che gli enti, ovviamente, non decidano di ricorrere in appello per proseguire la battaglia legale. 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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